La “maledizione” del Superbonus e l’attacco a Conte: “Peggiore misura degli ultimi anni”

Il duro report dell’osservatorio Oxford Economics smonta la demagogia targata Cinque stelle, e parla dello scenario disastroso all’orizzonte.

Roma – Che il Superbonus sia stato foriero di parecchie sventure ormai è cosa chiara, tanto che il ministro dell’Economia Giorgetti paga le conseguenze della legge ideata dai 5 stelle. Ma ora è l’osservatorio dell’Oxford Economics, leader nelle previsioni economiche globali e nelle analisi econometriche, a bollare il bonus dell’edilizia come la “peggiore misura di politica fiscale adottata in Italia negli ultimi dieci anni”. La stangata all’ex premier Giuseppe Conte è servita, e serve anche su un piatto d’argento agli oppositori del M5S.

L’osservatorio di Oxford non usa giri di parole e smonta in modo netto il Superbonus che sta mettendo a rischio le casse dello Stato. In un report pubblicato recentemente, il giudizio sull’incentivo per il settore edilizio varato da Giuseppe Conte è durissimo: “inizialmente questa tipologia di bonus – si legge nel dossier – sono stati implementati come misura anticiclica dopo la pandemia ma sono continuati durante un periodo in cui l’economia è cresciuta in modo piuttosto forte“. Questo è il problema secondo l’analisi degli esperti di economia. E le previsioni per il futuro sono ancora più catastrofiche.

In un futuro nemmeno troppo lontano, dicono, “si prevede che il moltiplicatore fiscale di queste misure sarà piuttosto contenuto, mentre l’impatto sulla produzione potenziale sarà prossimo allo zero. Inoltre, il piano si è rivelato molto più costoso rispetto alle stime iniziali e i suoi effetti sul debito pubblico si faranno sentire nei prossimi anni”. C’è da impallidire: il debito pubblico italiano, fanno sapere, si porterà dietro circa 200 miliardi di euro per gli sgravi fiscali che “si tradurranno in maggiori esigenze di finanziamento” pari al 2 per cento del Pil nel periodo tra il 2024 e il 2026. 

Nicola Nobile, Chief Italy Economist di Oxford Economics, ci spiega quali saranno i prossimi scenari: “Le principali conseguenze sono in relazione all’andamento del debito pubblico. Nei numeri del deficit infatti i crediti edilizi, tra cui il superbonus, non appaiono come un problema. Ma per come viene contabilizzato la vera questione rimane qual è l’impatto di queste misure sul debito. E in questo quadro il debito – dice – non scenderà nei prossimi anni”. Dalla metà del 2021 fino a marzo di quest’anno, il Superbonus, va ricordato, è costato al governo 122 miliardi di euro, ovvero il 5,8% del Pil del 2023.

Parole durissime che, se non altro, vanno a rafforzare lo scenario disastroso perfettamente descritto dal ministro Giorgetti. “Il quadro tendenziale – ha spiegato giorni fa il titolare dell’economia – aggiornato rispetto alle dinamiche delle nuove previsioni di politica economica e all’impatto, ahimè devastante, del Superbonus e simili, fa sì che, a parte il consolidato indebitamento netto del 7,2% del 2023, le previsioni ci dicono 4,3 per il 2024, 3,7 per il 2025, 3 nel 2026 e 2,2 nel 2027”.

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