La “dolcezza amara” delle banane in Sudamerica tra diritti violati e guerriglie

Uno dei primi eccidi avvenne nel lontano 1928, quando l’esercito colombiano sparò sui lavoratori della “United Fruit Company” in sciopero.

Roma – Le banane, simbolo di prevaricazione e sfruttamento di manodopera. Le banane, uno dei frutti più consumati al mondo, sin dalla più tenera età hanno anche questo risvolto tragico. La cronaca e la storia sottaciute ci raccontano episodi di morti e massacri di lavoratori che desideravano solo liberarsi del giogo dei soprusi e della violenza. E’ una storia che si ripete, purtroppo, in Sudamerica, tanto da esserne un tratto distintivo. Uno dei primi eccidi avvenne nel lontano 1928, quando l’esercito colombiano sparò sui lavoratori della “United Fruit Company” che scioperavano. L’evento, denominato “il Massacro delle Banane”, fu tenuto nascosto dalle autorità governative. E noi, come italiani, ne conosciamo il copione, fatto di insabbiamenti, deviazioni, false piste. Ancora oggi non si conosce il numero esatto delle vittime e tutto passò nel dimenticatoio.

La storia della multinazionale delle banane, oggi “Chiquita Brands International” è ricca di avvenimenti del genere, con la complicità dei governi locali e l’assenso dei… democratici USA. Quest’ultimi non avvallarono soltanto le decisioni della multinazionale, ma la utilizzò per il controllo politico ed economico di quei territori. Da qui, nacque la celebre espressione, entrata con forza nel linguaggio comune e nel lessico giornalistico, “Repubblica delle Banane”. Il termine sta ad indicare quei paesi instabili politicamente e largamente dipendenti dall’esportazione di un solo prodotto, ma anche per mettere in evidenza un certo modo di operare basato su malaffare e corruzione ai più alti livelli politici ed economici.

Le vicende storiche della multinazionale delle banane si sono…distinte per la complicità con i vari colpi di Stato succedutesi nel corso dei decenni in quel territorio martoriato che è il Centro e Sudamerica. Il suo motto, infatti è sempre stato e lo è tuttora “disposta a tutto pur di difendere i propri interessi e monopolio!”. Nonostante ci siano stati dei cambiamenti, quello che resta uguale è lo sfruttamento dei lavoratori in tutti i sensi, economico, sociale e politico. L’immagine delle loro condizioni letali è ben rappresentata dall’elicottero che vola su vaste piantagioni, facendo piovere sui terreni vagonate di diserbanti, il cui effetto nocivo per la salute umana è, ormai, certificato da numerose ricerche scientifiche. Si parla di tumori, danni al fegato, infertilità e problemi al sistema nervoso. Tanto non importa a nessuno, sono braccianti, carne da macello!

A livello salariale, è peggio che andar di notte. La loro paga, in media, vale il 5-9% del valore totale delle banane, mentre il bottino più pingue va ai rivenditori, nelle cui tasche ne entra tra il 36-43%. Quello che non è mai cambiato, oggi come un secolo fa, sono le violenze a cui vengono sottoposti questi poveri cristi. Qualcosa si è mosso, invece a livello di tribunali. Una sentenza del giugno scorso, per certi versi storica, nei confronti di Chiquita, ha condannato la multinazionale a risarcire le famiglie di 8 persone uccise da un gruppo paramilitare colombiano da essa sovvenzionato nel periodo tra il 1997 e 2004. E’ una goccia nell’oceano della violenza dilagante, ma è pur sempre qualcosa che può incentivare la lotta alle ingiustizie, ai soprusi e allo sfruttamento. Anche se il passo decisivo deve essere compiuto dal…liberale occidente a livello istituzionale, non permettendo che trionfi il malaffare a discapito dei più elementari diritti umani! E, soprattutto, la prossima volta che compriamo delle banane al supermercato, pensiamo, per un attimo che il frutto che abbiamo in mano è costato soprusi e sacrifici, anche umani!

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa