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La controversia sulle abitudini alimentari dei poveri

La dichiarazione del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida riguardo alle abitudini alimentari di indigenti e ricchi ha scatenato una serie di reazioni politiche, evidenziando come le parole siano state distorte e sfruttate per il confronto partitico. Il contesto e il significato completo della dichiarazione rimangono al centro del dibattito.

Roma – Entro il 20 ottobre il governo, anche se il termine non è perentorio, dovrebbe licenziare in Cdm e poi trasmettere alle Camere il disegno di legge di Bilancio vero e proprio. Con tanti problemi veri, dunque, riuscire a litigare e “giocare” a non capirsi sui poveri, sia a destra che a sinistra, è veramente sgradevole. Eppure la politica riesce a farlo. Quando si vuole strumentalizzare una frase enucleandola dal contesto, diventa ancora più disdicevole e testimonia solo l’acrimonia e la mancanza di argomenti su cui confrontarsi. Travisare i fatti, le parole ed una sola frase diventa poi vera violenza, per il messaggio fuorviante che viene dato ai cittadini, quando per fare titoli ad effetto si scrive che “i poveri mangiano meglio dei ricchi”, pronunciata dal ministro dell’Agricoltura. Frase ridondante, infelice e devastante se fosse vera e priva di un aggancio argomentativo all’interno di una tematica ben precisa.

E sono sempre di più, ogni giorno che passa

Trattandosi di un parallelo tra due Stati (Stati Uniti ed Italia), il ragionamento potrebbe anche non condividersi, ma l’intero pensiero e non una semplice parola o frase. Questo il concetto espresso:

“Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando infatti dal produttore l’acquisto a basso costo spesso comprano qualità. Da “loro” le classi meno agiate vengono rimpinzate con elementi condizionanti che vanno nell’interesse del venditore più che del consumatore finale”.

Contestualizzare il pensiero del ministro Lollobrigida

Da tenere presente che il “Noi e Loro” sono Italia e Stati Uniti visti dal punto di vista delle abitudini alimentari secondo il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Il pensiero, del ministro, espresso a margine del Meeting di Rimini, da qualcuno subito semplificato in un “i poveri mangiano meglio dei ricchi”, scatena una polemica degna di un contesto teatrale come nell’ultimo film di Ficarra e Picone. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein attacca e non perde la ghiotta occasione. Infatti, affermare che “… non c’è neanche bisogno delle parodie quando c’è un governo che vive su un altro pianeta” è volere sfruttare l’occasione per cercare di mortificare l’avversario per influenzare negativamente l’opinione pubblica, distorcendo la realtà. Anche Andrea Orlando affida ai social una battuta ironica, che si commenta da sola: “Ecco perché hanno tolto il reddito di cittadinanza. Bisogna fare qualcosa per i ricchi che, poveretti, mangiano male”.

Dello stesso tono l’affondo del deputato del Movimento 5 Stelle Alessandro Caramiello, il quale ha affermato che “Il ministro ha preso un granchio gigantesco, certo non quello blu”, seguito da Osvaldo Napoli di Azione, che, forse, neanche sapendo in quale contesto e per quali motivi era stata detta una simile espressione, peraltro decontestualizzata, dice: “Ha svelato inconsapevolmente il segreto della prossima legge di bilancio: rendere poveri il maggior numero di italiani così da costringerli a mangiare meglio”. Insomma, un vero cabaret. Lollobrigida, comunque, non ci sta e risponde per le rime ai suoi critici:

Critiche sulle dichiarazioni alimentari

“Schlein e Orlando sono abituati a cercare di aggredire il governo senza ragionare. Evidentemente, le lunghe vacanze che hanno fatto li hanno resi meno capaci di intendere considerazioni oggettive. È stata estrapolata una frase che fuori dal contesto in cui era inserita può essere strumentalizzata. Ho messo a confronto le culture alimentari di Italia e Stati Uniti ed ho sottolineato che, paradossalmente, da noi spesso chi sta meno bene economicamente ha però la possibilità di rifornirsi a km zero, dal produttore o dal contadino. Quindi, beneficia di prodotti di qualità migliore. In America c’è una grande divaricazione tra i ricchi che possono permettersi cibo di grande qualità e chi appartiene alle classi meno abbienti a cui viene riservato cibo standardizzato”.

Per il ministro, infine, è incivile una nazione il cui la scelta alimentare è legata al censo. In soccorso del ministro interviene il capogruppo alla Camera di FdI Tommaso Foti: “Orlando fa finta di non capire. In Italia, spesso spendere meno significa ricercare prodotti, accorciando le filiere e rivolgendosi ai produttori che ne realizzano mediamente di ottima qualità. Il varietà si conclude, tra applausi e fischi.

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