LA CLOROFILLA CONTRO LE NEOPLASIE

L’agente antitumorale funziona bene on vitro e sugli animali. Presto la sperimentazione sull’uomo. Intanto è un eccellente antiflogistico a largo spettro

Ci sono migliaia di studi sulla capacità di molte piante di prevenire, essere dei potenti coadiuvanti della cura o addirittura ostacolare da soli i tumori, perlomeno su animali e in vitro.  Il vegetale più noto in questo senso è la curcuma, ma forse quello più veloce è la clorofilla. Non ne sono noti i meccanismi d’azione precisi, ma sappiamo che non è solo un antinfiammatorio (come essenzialmente è la curcuma), perché ha un’intera gamma di azioni che nell’insieme sostengono l’organismo, difendendolo nella sua integrità a cominciare dall’accrescere l’utilizzo dell’ossigeno.

Possiamo citare gli studi del dottor Otto Warburg, due volte premio Nobel, proprio per le sue scoperte sul cancro, che ha dimostrato come la prima causa dello stesso sia la modifica della produzione di energia della cellula, che passa dall’utilizzo dell’ossigeno alla fermentazione del glucosio, ma anche che le cellule cancerose possono ridiventare normali aumentando la concentrazione di ossigeno nel tessuto.

Per questo una dieta antiacida è uno strumento semplice almeno in prevenzione.

Altri studi giapponesi attribuiscono alla clorofilla la capacità di intervenire nella riparazione dei geni, anche inibendo direttamente un enzima che attiva la cancerogenesi. Le ricerche di Linus Pauling (Nobel per la vitamina C) dimostrano come l’estratto di clorofilla produca una certa immunità contro molti cancerogeni. Poi ci sono gli studi del dott. Bernard Jensen sulla capacità della clorofilla di inattivare gli nsetticidi, i residui di medicinali, di inibire danni cromosomici, aumentare la resistenza alle radiazioni, potenziare il sistema immunitario, risolvere anemia e insufficienza del metabolismo del ferro.

Sicuramente un’alimentazione ricca di verdura comporta una maggiore disponibilità di clorofilla, ma se la sua massima presenza è negli spinaci (con solo l’1% del totale, però), essa non è sufficiente in situazioni di pericolo, ed è quindi necessaria la clorofilla concentrata al 14%, meglio se liquida.

 

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