Il pachiderma cercava cibo e un uomo di 65 anni, con premeditazione, aveva preparato il terribile ordigno: un grosso ananas zeppo di petardi. L'esplosione ha mandato in frantumi la mandibola e la mascella dell'animale che è fuggito nel fiume per lenire il dolore prime di morire. Il contadino responsabile del terribile atto di violenza è stato arrestato.
E’ accaduto a Palakkad, in India. Una elefantessa, incinta di qualche mese, stava cercando cibo nelle vicinanze di un villaggio sul fiume Velliyar. Qualcuno le avrebbe gettato un grosso ananas che l’animale avrebbe subito masticato ma poco dopo dall’interno del frutto sarebbero esplosi diversi petardi che avrebbero provocato la deflagrazione della bocca e dell’esofago della povera elefantessa.
Il pachiderma, impazzito da dolore e con la cavità buccale del tutto spappolata e insanguinata, avrebbe iniziato a correre all’impazzata evitando però le abitazioni del villaggio e senza causare vittime. Giunta vicino al fiume l’elefantessa ha immerso per intero la testa e la proboscide nell’acqua in cerca di refrigerio e per lenire il dolore ma ormai il suo destino e quello del piccolo che portava in grembo erano segnati. Di lì a poco l’elefantessa, senza farsi avvicinare nessuno, esalava l’ultimo respiro sul greto del grande corso d’acqua girando il suo sguardo verso le guardie forestali che avevano tentato di salvarla.
Dopo accurate quanto immediate indagini il presunto aguzzino che con il suo ordigno prima ha torturato e poi ucciso il bell’esemplare di elefante indiano che fra 20 mesi avrebbe partorito un cucciolo, è stato arrestato:”…Le abbiamo tributato la cerimonia funebre che meritava – ha detto Mohan Krishnan, del locale distaccamento forestale – era una nostra sorella e pur vivendo allo stato brado si fidava dell’uomo e non aveva mai fatto del male a nessuno anche quando correva impazzita dal dolore. L’abbiamo portata con un camion nella foresta di Silenti Valley e l’abbiamo cremata. Adesso è tornata laddove, da cucciola, aveva corso felice con i suoi genitori…Abbiamo catturato il presunto assassino, rischia sino a 7 anni di carcere e una multa di 25.000 rupie…”. Il delinquente che ha ucciso l’animale è un contadino della zona che avrebbe preparato anche altri ordigni per eliminare la fauna locale che, a suo dire, gli rovinava le coltivazioni. Forse l’uomo aveva anche tre complici, tutti fermati dalla polizia indiana coadiuvata dagli agenti forestali. La barbarie sugli animali è un fenomeno che sta dilagando a macchia d’olio e la cui recrudescenza, un po’ in tutto il mondo, è assai preoccupante.