Indagine pm sulla laurea della ministra Calderone dopo l’esposto

La titolare del dicastero del Lavoro: “Sancita l’inesistenza di ogni ipotesi di reato. Devo procedere per diffamazione. Per me la storia finisce qui”.

Roma – In Parlamento a fine marzo era scoppiato il caso della “aurea del ministro del Lavoro Marina Calderone. Le opposizioni erano andate all’attacco dopo che un articolo de “Il Fatto Quotidiano” aveva sollevato dubbi – fra cui alcuni esami sostenuti nel weekend e rette non pagate – sul titolo di studio conseguito dalla titolare del dicastero del Lavoro all’università privata Link Campus di Roma, ex Libera Università di Malta. Ma lei si era difesa: “In quanto studente-lavoratrice, ero una fuori corso. Questo significa che è stata tutt’altro che una laurea presa in fretta e furia”. Così sui social la ministra replica alla polemica nata dopo i dubbi sollevati da Il Fatto sul suo titolo di studio ottenuto all’università privata Link Campus di Roma, ex Libera Università di Malta.

La novità ora è che la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine, al momento senza indagati o ipotesi di reato, in relazione ad un esposto presentato da un professore universitario di Brescia sul percorso accademico della ministra del Lavoro, Marina Calderone, presso la Link Campus University. In particolare il professore Saverio Regasto, ordinario di diritto pubblico comparato, chiede ai pm nell’esposto, in cui sono allegate notizie di stampa, di accertare se i titoli acquisiti nel 2012 e nel 2016 dalla ministra siano frutto di irregolarità e nel caso si possano configurare ipotesi di reato.

Cesare Placanica, il legale della ministra sottolinea che “è erroneo e fuorviante, e per di più lesivo della reputazione” della sua assistita, “affermare che la Procura di Roma abbia aperto una indagine relativa al suo percorso universitario. È anzi vero, al contrario, che nessuna indagine è in corso, né potrebbe esserlo”. Placanica sottolinea che “il contenuto dei fatti descritti nell’esposto è stato considerato privo di ogni rilevanza sotto il profilo penale. Chiunque può quindi capire che se non c’è il reato non c’è e non può esserci l’indagine”.

Anche la ministra replica: “Prendo atto con grande soddisfazione quanto comunicatomi dal mio legale, l’avvocato Cesare Placanica, ossia della determinazione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma che, con riferimento all’esposto sporto nei miei confronti in relazione al mio percorso universitario, ha sancito l’inesistenza di ogni ipotesi di reato e di conseguenza non ha iscritto alcun indagato nel registro delle notizie di reato. Per me, dopo tale autorevole avallo, – conclude – pienamente conforme a quanto ho sempre sostenuto, la storia finisce qui. A questo punto ho il dovere di procedere per il reato di diffamazione per ogni malevola illazione contro la mia persona”.

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