In forte crescita il turismo di nonni e trisavoli

Il cosiddetto Genealogical Tourism promette bene e l’indotto che gli ruota intorno è in continua crescita. E’ come tornare indietro nel tempo.

La nuova tendenza è il turismo genealogico. Negli ultimi anni si sta sviluppando questo particolare tipo di turismo detto “genealogico, delle radici o degli antenati”. Lo scopo è la scoperta delle proprie origini e del retroterra culturale da cui si proviene. E’ una tendenza che offre a molti discendenti di persone emigrate anche qualche secolo fa di compiere un viaggio a ritroso per scoprire la terra degli avi.

Ci si reca nei luoghi da cui sono partiti gli antenati, si procede ad una consultazione degli archivi storici e si raccolgono testimonianze del luogo. E’ una sorta di sintonizzazione col vissuto della propria famiglia originaria. Poiché ogni storia ha una sua specificità, il turismo genealogico sembra un abito cucito su misura che permette la scoperta della propria identità. Il suo sviluppo ha già suscitato l’interesse di coloro che pensano che il fine ultimo del turismo è economico. Il nuovo arrivato sarebbe, quindi, un modo diverso di fare soldi.

Il Bel Paese potrebbe essere una delle mete preferite, vista la forte emigrazione registrata dopo l’unità d’Italia e proseguita massicciamente fino ai giorni nostri, in varie parti del mondo e a tutte le latitudini. In fine dei conti l’uomo ha sempre desiderato conoscere la propria origine ed oggi, grazie alla tecnologia, è possibile sottoporsi con facilità ad un test del DNA e consultare gli archivi digitali. I kit genetici stanno diventato un vero e proprio business, sfruttando il desiderio di scoprire le proprie radici etniche. Inoltre le offerte turistiche prevedono anche la consulenza genealogica, storica e archivistica.

Che stia diventando un affare è confermato da uno studio curato da Airbnb, non proprio un ente benefico o caritatevole. Infatti controlla il mercato on line globale tra coloro che desiderano affittare il proprio alloggio (stanze, appartamenti, case, eccetera) con persone in cerca di un alloggio per brevi periodi. In pratica, funziona come un mercato online dove i proprietari (host) possono pubblicare annunci per i loro spazi, e i viaggiatori (ospiti) possono cercare e prenotare tali alloggi. 

Il turismo che sa di antico non di vecchio

Secondo le cifre questo tipo di turismo, in un solo decennio, è aumentato del 500%. Inoltre, quasi l’80% delle persone che anelano a visitare il Paese degli avi lo fa per la prima volta. Nel mondo sono sparsi più 80 milioni di cittadini discendenti da italiani, a conferma che il gene italico ha avuto una grande diffusione in varie zone geografiche del mondo. Il fenomeno è diventato così rilevante che il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano ha ideato “Italea”, un progetto dedicato sia a chi conosce già le proprie origini italiane e vuole organizzare un viaggio per scoprire e ritrovare i luoghi, i costumi e la cultura dei propri avi, sia a chi le deve ancora identificare, e che potrà avvalersi di una rete di genealogisti affidabili.

Che il settore “tira”, è confermato dai dati diffusi da “Analytics & Arts”, un team di esperti nell’analisi dei dati, nella consulenza e nella formazione accademica. I paesi originari dei primi emigrati hanno registrato una crescita del 15% di presenze in questo particolare tipo di turismo, con incremento per le finanze di bed and breakfast, ristoranti, alberghi e imprese culturali. E’ vero che molti piccoli paesi hanno avuto un impatto positivo, anche perché, spesso, si tratta di luoghi non sfiorati da nessun tipo di turismo.

Però la musica è sempre la stessa. Va bene la motivazione culturale, ma importante è che alla fine della giostra, lasciano gli “sghei” sul posto, come dicono i veneti e i milanesi!