La calamità che grava sul Vecchio Continente produrrà non solo una crisi economica ma anche una profonda trasformazione dei costumi che potrebbe rivoluzionare il modo di concepire il prossimo
È difficile trovare qualcosa di positivo nella grave situazione in cui ci troviamo. La quarantena, se dovesse continuare anche dopo il 3 aprile, si trasformerà in una situazione opprimente, quasi da patologia claustrofobica. I piccoli gesti che davamo per scontato nel quotidiano, come una semplice stretta di mano, un bacio, un abbraccio, cambieranno radicalmente nella nostra percezione.
Probabilmente anche gli stessi rapporti sociali subiranno una distorsione. E ci vorrà del tempo prima che essi ritornino ad appartenerci totalmente. Chi è costretto a vivere il periodo d’isolamento in completa solitudine, spesso, può cadere vittima di depressione. Cedere davanti alle ansie e amplificare le proprie paure.
La calamità che si sta abbattendo sul Vecchio Continente produrrà non solo una crisi economica ma anche una profonda trasformazione dei costumi che potrebbe rivoluzionare il modo di concepire il prossimo. Per cercare di limitare gli effetti patogeni del fenomeno epidemico abbiamo incontrato Martina Mottola, psicologa di Segrate, provincia di Milano. La dottoressa di si è resa protagonista di un’iniziativa ricca d’altruismo. Infatti, tramite un post di Facebook, la specialista ha messo a disposizione della comunità le sue conoscenze e il suo tempo a titolo gratuito:
“…In questo periodo – afferma Martina Mottola – per via dell’emergenza Coronavirus si sono registrati vari crolli emotivi. Le motivazioni alla base di questo disagio sono molte e diverse tra loro. C’è chi ha avuto una crisi perché è rimasto a casa dal lavoro e non ha diritto alla paga. Chi manifesta preoccupazioni perché in casa convive con parenti cardiopatici o soggetti ad altre patologie; chi, invece, deve andare lavorare ma non sa a chi lasciare i bambini. Chi più banalmente ha semplicemente paura. Proprio per tali ragioni ho deciso di creare questo servizio, che tramite telefonate o incontri su Skype, crea una linea diretta tra me e i richiedenti aiuto in maniera continuativa…”.
La lettura della società effettuata dalla psicologa lombarda non si è rivelata sbagliata. Infatti nei primi 5 giorni dalla pubblicazione dell’annuncio sono arrivate diverse chiamate:
“…Ho iniziato postando l’annuncio sui gruppi Facebook di zona – aggiunge l’analista – il servizio ha riscosso immediatamente un discreto seguito, segno del bisogno avvertito dalla popolazione di ricevere un supporto psicologico. La maggior parte dei disagi che mi sono stati manifestati riguardavano l’aspetto lavorativo – per chi è a casa senza alcuna retribuzione – e le preoccupazioni per la salute dei propri cari malati. Quest’ultimo timore è legato alla diffusione di notizie in merito al sovraffollamento degli ospedali e ai criteri di triage. Anche il continuo bombardamento mediatico, le fughe di notizie e le smentite televisive, hanno creato dei disagi nella popolazione che si manifestano in continui attacchi di ansia…”.
La giovane professionista, infine, si dice abbastanza certa che anche il prossimo futuro sarà influenzato dalle ferite sociali lasciate dalla crisi prodotta dal COVID 19. Proprio questa emergenza, però, potrebbe innescare un cambiamento interno a ciascuno di noi capace di modificare la nostra percezione del sociale:
“…Rispetto al futuro penso che ci possano essere dei pro e dei contro – conclude Mottola – sicuramente questo è un periodo molto doloroso e molto difficile per tutti noi. Gli uomini sono degli animali sociali, costringerli ad un isolamento forzato, per quando corretto in questo momento, ne può influenzare pesantemente la psiche. Dall’altra parte, però, potrebbe rivelarsi un momento di tregua. Un momento in cui è possibile fermarsi a riflettere, in cui la nostra vita frenetica si blocca e ci è permesso cercare un dialogo maggiore con sé stessi. Dobbiamo cercare, dunque, di pensare a questi giorni come un momento ricreativo, dove ci fermiamo per ritornare più forti di prima…”.