Il turista con il naso all’insù

I tempi cambiano e anche il turismo tradizionale è ormai quasi un ricordo. L’astroturismo è una nuova maniera per rilassarsi nella natura, guardando il cielo e tutelando l’ambiente.

Una vacanza con la testa tra le nuvole e gli occhi al cielo! Le società occidentali, quelle a capitalismo avanzato e con forme di governo democratiche, si caratterizzano per la formazione di nuove tendenze culturali della società civile. Tra di queste va annoverato il cosiddetto “astroturismo”. Si tratta di una molteplicità di attività che spaziano dall’osservazione astronomica in luoghi remoti, alla partecipazione a eventi tematici come eclissi, piogge di meteoriti o semplici serate divulgative con telescopi.

Ma il fenomeno è anche la “spia” di un paradigma culturale in evoluzione. Testimonia un cambio di visione nelle previsioni e speranze di che si mette in viaggio, sempre più disposto ad abbracciare un tipo di turismo rigenerativo. Con questo appellativo si intende un approccio che mira a migliorare le condizioni ecologiche, sociali e culturali dei luoghi visitati, andando oltre il semplice turismo sostenibile. Lo scopo è lasciare i luoghi in condizioni più soddisfacenti di quanto siano stati trovati, contribuendo al benessere delle comunità locali e alla preservazione degli ecosistemi.

Le intenzioni sono lodevoli, si vedrà col tempo se saranno attuate. Ora i buoni intendimenti che sono alla base di questa tendenza, stanno diventando luoghi comuni, affermazioni entrate a pieno titolo nell’immaginario collettivo, ma rischiano di trasformarsi in un banale refrain. Finanche il marketing pubblicitario, infatti, a ciclo continuo, propone spot in cui si esalta l’ecologia, l’ambiente e la sostenibilità. Generalmente quando le orde barbariche si spostano per le vacanze, sono cariche di adrenalina ed entusiasmo, vogliose di raggiungere l’agognata meta.

L’astroturismo, una nuova maniera per godere del tempo libero immersi nella natura

E’ il turismo di massa riguardante un grande ed esorbitante numero di persone che si recano nello stesso luogo, spesso nello stesso periodo dell’anno. Questa è la forma più diffusa di turismo e spesso rappresenta la via più economica per fare una vacanza, ma è anche quella con un notevole impatto ambientale. Uno dei requisiti dell’astroturismo è, al contrario, un modo diverso per andare in vacanza e scoprire nuove terre, ma soprattutto per osservare e capire il mondo da una prospettiva più slow e intima attraverso la contemplazione.

Tale esperienza si sta diffondendo in maniera rilevante e che prevede, accanto alla consueta visita del luogo in cui ci si è recati, di alzare gli occhi al cielo per perdersi nell’azzurro del cielo notturno e delle stelle. Una combinazione vincente tra spiritualità e conoscenza scientifica. Infatti, l’itinerario prevede utilizzo di telescopi, fotografie, strumenti adatti all’osservazione stellare e, in contemporanea, riti lunari, meditazioni e, per chi lo volesse, ritiri spirituali. Un’esperienza nuova, slegata dalla routine quotidiana, per un rapporto più intimo con la natura, che si sviluppa in riserve naturali e in paesaggi quasi selvaggi non ancora contaminati dalla presenza antropica.

Questo è un modo anche di sostentamento dell’economia locale. Il Messico e il Sud America sono tra i luoghi più appropriati per esperienze di questo tipo. Ma nemmeno l’Italia se la passa male. Basti ricordare la Val d’Ega e la Valle del Sole in Trentino-Alto Adige, il Parco Astronomico delle Madonie in Sicilia, la Val d’Orcia e la Maremma, in Toscana, l’Osservatorio di Campo Imperatore nel Gran Sasso, Abruzzo, l’Osservatorio Astronomico di Monte Porzio Catone, a Roma. L’aspetto più controverso di fenomeni come questo è tipico delle società di massa.

Ovvero un fenomeno di nicchia col tempo rischia di estendersi numericamente fino a diffondersi rapidamente, con tutti gli effetti negativi che sono ben noti. Tra questi l’interesse degli uffici marketing che, subodorando l’affare, investono per ricavarne profitto, neutralizzandone la forza innovativa della tendenza.