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“Il prof ci tocca”, ma era solo una vendetta per il telefonino sequestrato

Fine dell’incubo per un docente delle scuole medie, assolto dopo sei anni da accuse infamanti mosse dalle alunne per ritorsione: “Sopravvissuto grazie alla famiglia che ha creduto alla mia innocenza“.

CASTELFIDARDO (Ancona) – Assolto su tutte la linea il professore di sostegno accusato di reati sessuali da alcune alunne di terza media. In primo grado era stato assolto dal reato di violenza sessuale su due scolare che lo accusavano di palpeggiare il sedere per poi strusciarsi a loro tra i banchi dell’istituto Paolo Soprani di Castelfidardo. Alcune settimane addietro è arrivata anche l’assoluzione, con formula piena perché il fatto non sussiste, per l’accusa di maltrattamenti su un’altra studentessa di cui era insegnante di sostegno. Dopo sei anni di calvario l’incubo è finito per Giovanni Di Presa, 64 anni, originario di Taranto, fisioterapista abilitato alla docenza, uscito indenne da una storiaccia che avrebbe potuto sconvolgergli la vita ancora di più.

Il professionista è stato ricoperto da una montagna di fango da parte di quattro ragazzine (e dalle rispettive famiglie) che non appena si sono viste “sequestrare” il cellulare durante le ore di lezione non hanno esitato a denunciare il loro insegnante definendolo un orco che tocca le ragazzine nelle parti intime, per di più chiedendo un risarcimento. Ma andiamo ai fatti. Il professor Di Presa entra a far parte del ruolo docenti dopo tanti anni di precariato. Nel 2015 viene assunto come insegnante di sostegno a tempo determinato in una terza media della scuola Paolo Soprani di Castelfidardo, in provincia di Ancona. Appena in classe Di Presa instaura con gli alunni un rapporto da pari a pari, da amico ad amici, tanto da farsi chiamare Gianni, e proprio questo suo comportamento gli procurerà un sacco di guai, suo malgrado. E con l’amministrazione scolastica il professore pugliese non è da meno: si dimostra disponibile e accetta supplenze.

Il docente, duramente provato, racconta la sua tragica vicenda

Da buon fisioterapista quando vede qualche alunno con la postura errata lo corregge e se qualcuno cade per terra durante una partita di calcio Di Presa non esita a soccorrerlo, toccando con professionalità arti e glutei. Tanta mano leggera gli fa perdere autorevolezza in classe e gli alunni se ne approfittano. Come 4 ragazzine che, in violazione del regolamento scolastico, iniziano a giocare con un cellulare durante le lezioni. Stavolta però il “buon Gianni” smette di essere amico e torna professore in cattedra sequestrando il telefonino alle quattro amichette che se la legano al dito.

Nel novembre del 2018, infatti, le alunne, tutte d’accordo fra di loro, accusano il professor Di Presa di palpeggiamenti e di aver dato due sberle ad una loro compagna. Le accuse prendono le solite due vie: quella giudiziaria e quella amministrativa ad opera della dirigenza scolastica. All’insegnante, sulle prime e ai sensi di leggi che non hanno né capo, né coda, non viene concesso alcun contraddittorio, nessuna possibilità di difesa. Dunque il docente perde il lavoro, la reputazione, viene additato da tutti tanto da perdere la tranquillità e ben trenta chili di peso. Non può nemmeno uscire di casa, chi lo riconosce lo addita come pedofilo e per il prof. sono giorni cupi.

L’istituto omicomprensivo Paolo Soprani di Castelfidardo

Per sopravvivere torna a fare il fisioterapista ma chiede ai suoi pazienti di portarsi appresso un parente che possa assistere alla sedute specie quando sul lettino c’é un giovane minorenne. Solo la famiglia e pochi amici credono alla sua innocenza e lo sostengono facendo quadrato in una battaglia che si prospetta lunga e pericolosa:

” Se oggi sono ancora qui, soprattutto giunto vivo a questa doppia sentenza di assoluzione – ha detto il professor Di Presa – è grazie a mia moglie e a mia figlia che hanno creduto nella mia innocenza sin dal primo minuto, al lavoro di mia moglie che mi ha permesso di condurre una vita dignitosa, ad un avvocato splendido come Gianni Maresca che, prima ancora che da legale, ha umanamente compreso il dramma che mi era stato gettato addosso; oltre ad alcuni colleghi che in tutti questi anni, nonostante accuse terribili, mi hanno sempre dimostrato solidarietà e incoraggiato, forse anche fisicamente spinto a non arrendermi…”.

Accuse infamanti per aver fatto il proprio dovere. Chi punirà le alunne bugiarde?

Nel 2021 arriva la liberazione dall’odissea: l’assoluzione in primo grado dall’accusa di violenza sessuale, verdetto confermato anche in Corte d’Appello, che poi lo proscioglie anche dal reato di maltrattamento. Giovanni Di Presa l’ha scampata bella, per altri c’è stata la galera e poi una pacca sulle spalle…

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