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Il Museo Archeologico di Stabia si amplia e racconta la storia della città [FOTO / VIDEO]

Inaugurato il nuovo allestimento con tante novità. Presentati anche 125 reperti di area campana recuperati dai carabinieri TPC.

Castellammare di Stabia (NA) – Il Museo Archeologico di Stabia Libero d’Orsi riapre al pubblico il 6 marzo nel suo rinnovato allestimento, con un percorso ampliato, depositi visitabili e scuola di formazione e digitalizzazione. Sale duplicate, arricchita la collezione di opere provenienti dalle ville del territorio stabiese per un totale di ben 507 reperti ora esposti, tra dipinti murali, arredi marmorei, suppellettili in ceramica e bronzo. E un percorso tutto nuovo, integrato con tecnologie e apparati multimediali didattici che implementano l’accessibilità fisica e culturale delle opere e dei contenuti. E non è tutto: nel nuovo Museo Archeologico di Stabia c’è spazio anche per i depositi del complesso, finalmente valorizzati secondo un nuovo “concept” che li mostrerà come luoghi “vivi”, non più semplici “magazzini” di conservazione ma centri di fruizione e ricerca, anch’essi aperti al pubblico.

All’inaugurazione del nuovo percorso museale, avvenuta oggi 4 marzo, sono intervenuti, assieme al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il Direttore Generale dei Musei, Massimo Osanna, il Prefetto Capo della Commissione Straordinaria di Castellammare di Stabia, Raffaele Cannizzaro, il Direttore Generale del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, la Direttrice del Museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi, Maria Rispoli e il Prof. Carlo Rescigno dell’Università degli Studi della Campania ‘Luigi Vanvitelli’.

Nell’occasione è stato anche presentato dal Comandante del Nucleo TPC, Cap. Massimiliano Croce, il recupero di circa 125 reperti archeologici tra cui vasellame decorato, statuette fittili, utensili e oggetti ornamentali databili tra il IX secolo a.C e il I d.C., ascrivibili in gran parte all’area di produzione campana, e 64 monete in oro, argento e bronzo databili tra il III secolo a.C. e il VII d.C.

Il recupero è frutto di una complessa attività ispettiva condotta dal Nucleo TPC di Napoli, con la collaborazione dell’ Arma Territoriale di Torre Annunziata e in sinergia con il Parco archeologico di Pompei – Area Tutela, nei confronti di un collezionista privato della provincia di Salerno. I reperti saranno tutelati e valorizzati proprio nel contesto del rinnovato Museo Archeologico di Stabia.

Oggi dunque il percorso di visita è stato ampliato con l’introduzione di nuovi reperti restaurati mentre quello esistente è stato rivisitato alla luce dell’introduzione delle nuove tecnologie, di apparati multimediali e didattici. Per la prima volta gli allestimenti mettono insieme gli apparati decorativi delle ville marittime rinvenute sulla collina di Varano durante gli scavi di età borbonica e quelli scoperti da Libero D’Orsi a partire dal 1950.

L’allestimento che vede riuniti, dopo oltre 250 anni, i reperti stabiesi conservati al MANN e quelli rinvenuti dal preside, oggi custoditi al Quisisana, è stato possibile grazie all’Accordo siglato con il MANN per la valorizzazione del patrimonio stabiano che consente al museo di avere in prestito per tre anni molti dei reperti rinvenuti a Stabia secondo cicli di rotazione. Pertanto, per la prima volta sarà possibile fruire degli apparti decorativi organizzati per contesti di provenienza.

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