HOME | LA REDAZIONE

Il mistero di Enore: casa in fiamme, corpo carbonizzato e sangue nel furgone

Manca la prova del Dna, ma gli inquirenti sono certi che i resti siano quelli di Saccò. E che l’anziano collezionista di anticaglie sia stato ucciso da più persone.

BRESSANA BOTTARONE (Pavia) – Era sparito da casa ed una delle due figlie aveva fatto denuncia di scomparsa perché non rispondeva al telefono da diverse ore. Poi l’epilogo infausto il 13 febbraio scorso: i resti umani carbonizzati ritrovati dai vigili del Fuoco nel garage di una villetta di via Gramsci, alla periferia del Comune pavese, sarebbero di Enore Saccò, 75 anni, ex tipografo e collezionista di anticaglie. Nonostante non vi sia ancora certezza scientifica che la salma martoriata dalle fiamme sia del pensionato di Bressana Bottarone, la Procura di Pavia, nella persona del sostituto procuratore Giuliana Rizza, avrebbe aperto un fascicolo per omicidio, al momento contro ignoti.

Rimane anche da verificare se il sangue ritrovato nel furgone, appartenente alla vittima, e ritrovato abbandonato in contrada Argine, proprio sulle rive del torrente Coppa, a circa un chilometro da via Gramsci, sia di Saccò o meno. Pare però che gli inquirenti pavesi diano per scontato che cadavere bruciato e sangue appartengano all’uomo scomparso qualche giorno prima dell’incendio scoppiato presso la sua abitazione. Rimane da stabilire, fra l’altro, se Saccò è morto a causa delle fiamme divampate in più punti della sua abitazione, dunque di origini dolose, oppure se è stato ammazzato altrove, magari dentro il furgone, e poi trasferito nel box a cui qualcuno ha dato fuoco. Ma chi poteva avercela a morte con quell’uomo schivo e di poche parole? Quale sarebbe il movente? Enore Saccò non aveva molti amici e pare non fosse visto di buon occhio in paese. Era incensurato e senza precedenti di polizia.

Enore Saccò, la vittima

Stava bene economicamente e possedeva un cospicuo patrimonio immobiliare composto da due bar, una pizzeria e diversi appartamenti che l’uomo gestiva in maniera forse sin troppo rigorosa dunque entrando spesso in contrasto con i conduttori. Aveva anche la passione per gli oggetti vecchi che raccoglieva in gran quantità nel suo garage per poi tentare di rivenderli nei mercatini della pulci dove pare avesse diversi concorrenti che non l’avrebbero visto di buon occhio. Dunque il movente potrebbe essere di tipo economico oppure riconducibile a qualche sgarbo con i suoi “colleghi” di anticaglie o con chissà chi altri che avevano a che fare con un uomo il cui carattere non sarebbe stato dei migliori.

I carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Pavia e della Compagnia di Stradella, che conducono le indagini, stanno rivoltando come un calzino la vita privata della vittima in caccia di indizi atteso che l’incendio della villetta di Saccò sarebbe stato appiccato da ignoti che avrebbero posto diversi inneschi in altrettanti punti strategici del fabbricato provocando danni ingenti alle strutture e distruggendo arredi, suppellettili e numerosi oggetti recuperati dal pensionato e conservati in maniera maniacale nel garage di casa dopo i suoi giri nei mercati dell’usato. L’omicidio, l’incendio e il furgone abbandonato con numerose macchie di sangue non sembrano opera di una sola persona. Piuttosto di più balordi che avrebbero pianificato il delitto nei minimi particolari. Ovviamente si tratta solo di ipotesi non confermate ma non ci sarebbero altre piste percorribili, almeno sino al momento in cui andiamo in macchina.

La villetta incendiata da ignoti

C’è da dire che dopo la denuncia di scomparsa dell’anziano collezionista vigili del Fuoco e Protezione civile avevano avviato le ricerche, congiuntamente ai carabinieri della locale stazione, ritrovando il furgone di Saccò per come accennato prima. Sulle prime si era pensato ad un gesto di autolesionismo o ad un tentato suicidio ma non trovando il corpo l’ipotesi era sfumata. Solo l’autopsia potrà scoprire le cause effettive del decesso. Se l’anatomopatologo rinverrà nei polmoni tracce di fumo, e ammesso che questo sia possibile attese le pessime condizioni della salma il cui volto è stato reso irriconoscibile dalle fiamme, é probabile che l’uomo fosse ancora vivo al momento dell’incendio. In caso contrario la morte potrebbe essere attribuita ad un evento violento provocato da terzi prima dell’incendio.

Carabinieri e vigili del Fuoco in via Gramsci

Dunque solo in un secondo tempo il corpo dell’uomo sarebbe stato nascosto nel suo box poi dato alle fiamme forse nell’intento di distruggerne il cadavere. Qualche giorno prima dell’incendio qualcuno avrebbe tagliato di netto due ruote dell’auto di proprietà della vittima. Un avvertimento?

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa