Il “matrimonio combinato” sembra un concetto lontano e assurdo per noi occidentali, tuttavia è all'ordine del giorno in India, e, cosa che maggiormente mi ha stupito, ha quasi una spiegazione scientifica.
Era una grigia e alquanto fredda giornata d’inverno nell’emisfero australe e io stavo percorrendo in auto una tratta lunga un intero giorno che da Auckland, base della mia permanenza in Nuova Zelanda, mi avrebbe fatto raggiungere il sud dell’isola. Strade pressoché deserte e foreste tutto intorno. Il viaggio dopo alcune ore cominciava a sembrare interminabile, ma ad intrattenermi c’era G., mio amico e compagno di avventura, con i suoi coloriti racconti.
L’argomento che tratterò in questo articolo non ha nulla a che vedere con la nuova Zelanda, ma è la conferma di quanto questo Paese sia un luogo di incontro di culture agli antipodi. Oserei dire una deriva di culture che approdano a confrontarsi sulle spaziose sponde oceaniche. G., infatti, è nato a Calcutta, in India, e ha vissuto con la sua famiglia, di religione e cultura sikh, in una cittadina nel nord Italia. Il suo spirito avventuriero lo ha, poi, portato fino a Auckland, dove ci siamo conosciuti.
Grazie al suo carattere estroverso e al suo desiderio di confronto e condivisione sono entrata in contatto con aspetti poco conosciuti circa la cultura hindi. Quel giorno, in viaggio verso Sud, mi raccontò: “Qualche anno fa la mia famiglia ha ricevuto per me proposte di matrimonio, ma da giovane spirito libero ho sempre rifiutato ogni possibilità di legame combinato. Prima volevo conoscere il mondo. Mia sorella invece, ha accettato quello che nella nostra cultura non è imposto, ma fortemente consigliato ed ora è sposata e fortunatamente sembra felice.”
Così G. ha introdotto una discussione che si è protratta per ore, forse anche a causa delle mie infinite domande. Il “matrimonio combinato” sembra un concetto lontano e assurdo per noi occidentali, tuttavia è all’ordine del giorno in India, e, cosa che maggiormente mi ha stupito, ha quasi una spiegazione scientifica. Fino ad allora avevo sempre pensato si trattasse solo di una questione di caste e prestigio economico di una famiglia che cercava di mantenere il suo status legandosi ad un’altra di pari condizione sociale, ma scoprii che alla base di queste unioni c’era qualcosa di più spirituale.
“Alla nascita del bambino – continuò G. – i sacerdoti leggono i suoi dati astrologici che costituiscono una sorta di carta di identità unica e particolare. Una volta adulto questo suo “biglietto da visita“ viene confrontato con quello del partner proposto dalla famiglia e se i due soggetti vengono trovati compatibili il matrimonio viene consigliato e garantito felice e duraturo. Tutto dipende dagli astri.”
Il Kundli, carta o oroscopo dettagliato della nascita ha le sue radici nell’astrologia vedica. La corrispondenza di Kundli è un antico rituale indiano in cui le carte della nascita dettagliate dei potenziali promessi sposi vengono abbinate prima di benedire il matrimonio. Si ritiene necessaria, infatti, una buona combinazione di oroscopi per una felice vita coniugale. Tutti i guna, le caratteristiche personali, gli yogi, le influenze positive o negative dei pianeti, e infine i dosha, le incompatibilità, di entrambi gli sposi vengono pertanto vagliati attentamente.
Secondo l’astrologia vedica, i guna sono 36 e almeno 18 devono essere compatibili per garantire una vita felice e prospera.
Anche la stabilità finanziaria, le prospettive di lavoro e la nascita, la cura e la tutela dei figli all’interno del nucleo familiare possono essere previsti durante il procedimento della corrispondenza di Kundli. Ma se un uomo e una donna vogliono sposarsi per amore e non rinunciare alla loro unione nonostante i guna non siano appieno conciliabili? Durante la fatidica lettura, si possono facilmente rilevare i dosha e, una volta individuati, gli astrologi consigliano rimedi per sbarazzarsi dei loro effetti negativi e rendere possibile l’unione.
Come? Sempre gli astrologi possono consigliare alcuni pūjā speciali, una sorta di preghiere per appianare le incompatibilità. Non tutti i dosha, però, possono essere “risolti”, anzi, ve ne sono alcuni davvero intrattabili. Per scendere nella descrizione dettagliata di tali dosha si renderebbe necessaria una profonda conoscenza dell’astrologia, perciò mi limiterò a riportare un semplice esempio.
Il Mangal Dosh, influenzato dai movimenti del pianeta Marte, è il più comune e altamente temuto, infatti alcuni degli impatti che può avere sul matrimonio includono un ritardo incerto nelle nozze, la morte del coniuge, la vita coniugale travagliata, gli attriti frequenti nella famiglia e la separazione dal compagno di vita. In questo caso, inutile dirlo, il matrimonio è fortemente sconsigliato.
L’abbinamento di Kundli, dunque, presso gli Hindi è una garanzia per una vita coniugale felice e serena. Questa è la ragione principale dell’ampio consenso a tale tradizione. Al termine della dettagliata spiegazione mi sorse spontanea seppur banale, una domanda: -Pensi che funzioni?
Dissipò i miei dubbi concludendo:
“Spesso mi è capitato di incontrare coppie improbabili che non avrei mai immaginato potessero avere un futuro comune, eppure, per quanto ad occhi profani potesse risultare stonata o bizzarra l’unione, quelle coppie hanno condotto o stanno conducendo una vita coniugale molto più equilibrata e serena di tante altre. In India molte persone unite grazie a matrimonio combinato sono felici ed affrontano insieme le difficoltà della vita.“
Forse lo studio degli astri aiuta davvero l’amore, o forse la sacralità di tale usanza è talmente onorata da portare ad autoconvincimento tant’è che i risvolti sembrano comunque essere sorprendentemente positivi.