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Il killer di Pierina “catturato” dalle telecamere

In un filmato al vaglio degli inquirenti c’è una figura maschile che pochi minuti dopo l’omicidio dell’ex infermiera si allontana dal luogo del delitto.

RIMINI – Continuano i sopralluoghi della Squadra mobile di Rimini, diretta dal vice questore aggiunto Dario Virgili, sulla scena del crimine di via Del Ciclamino. Le indagini sull’omicidio di Pierina Paganelli, l’ex infermiera di 78 anni massacrata con 29 coltellate il 3 ottobre scorso, non si fermano e, probabilmente, il luogo del delitto può ancora nascondere altri interessanti particolari agli investigatori. L’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Daniele Paci dunque procede a ritmo serrato e durante le ultime ispezioni del 21 dicembre scorso i poliziotti hanno focalizzato la loro attenzione sulle telecamere presenti all’interno della farmacia San Martino, che fino ad oggi hanno fornito preziosi elementi utili all’identificazione di persone coinvolte nel fatto di sangue.

Le immagini del tvcc della farmacia sono al vaglio degli esperti

La prima telecamera, quella orientata in direzione del garage condominiale, avrebbe ripreso la Panda rossa di Pierina mentre faceva il suo ingresso nella la rampa dei box intorno alle 22.08. La vittima, infatti, proprio a quell’ora sarebbe stata di ritorno dalla funzione religiosa svoltasi nella Sala del Regno dei Testimoni di Geova. L’altra telecamera, puntata in direzione opposta, intorno alle 22.20, riprendeva una figura maschile che si allontanava dal complesso residenziale di via Del Ciclamino con qualcosa in mano molto simile ad un sacchetto di plastica. Quell’immagine, piuttosto sgranata, potrebbe essere quella dell’assassino che dopo il delitto si allontana dal residence.

Nelle scorse settimane gli inquirenti hanno tentato di ricostruire i movimenti dello sconosciuto, facendo ricorso anche a due figuranti: un ragazzo di razza bianca ed un altro di colore. Le comparazioni potranno aiutare gli inquirenti a stabilire l’altezza dell’uomo misterioso oltre ad altri parametri utili alla sua identificazione. Dunque i sospetti potrebbero rivolgersi a soggetti terzi estranei al condominio i cui residenti, per lo meno alcuni, rimangono però nel collimatore degli investigatori. Primo fra tutti Louis Dassilva, il metalmeccanico senegalese di 33 anni, dirimpettaio di Pierina Paganelli, e amante della nuora della donna morta ammazzata, Manuela Bianchi, che rimane l’indiziato numero uno nella vicenda che presenta ancora numerosissimi lati oscuri che la polizia sta tentando, con tenacia, di portare alla luce:

Valeria Bertolucci

”E’ una vita che sono concentrati su Louis, ma cosa volete che gliene fregasse di Pierina? – dice del marito Valeria Bertolucci – Se la Piera dava fastidio a qualcuno, di certo non dava fastidio a lui…Non ho mai avuto alcun dubbio su di lui. La sicurezza sugli altri non posso averla, né in un senso né nell’altro, ma per quanto riguarda mio marito posso assicurare di averlo visto con i miei occhi sul divano di casa“.

Dassilva ha raccontato agli inquirenti di aver trascorso la sera del 3 ottobre nel suo appartamento al terzo piano del civico 31 di via Del Ciclamino. L’uomo era dolorante agli arti inferiori e in altre parti del corpo a causa dell’incidente in moto nel quale era rimasto coinvolto il giorno precedente, ovvero il 2 ottobre. Sul divano l’operaio avrebbe guardato un film in tv assieme alla moglie, prima che la donna se ne andasse a dormire in camera da letto:

Louis Dassilva

“Non si uccide una persona per 2mila euro” avrebbe aggiunto Bertolucci riferendosi ai soldi che Manuela Bianchi aveva dato a Dassilva, chiedendogli di custodirli visto che temeva eventuali controlli da parte del Fisco. Nei giorni successivi al delitto, però, Louis sembrava zoppicare ma un video risalente al 3 ottobre lo mostrerebbe in ottima forma e in grado di camminare speditamente. Poi c’è il mistero della t-shirt bianca che manca all’appello e che l’operaio senegalese avrebbe indossato il giorno dell’omicidio ma che non è saltata fuori.

Nascosta o distrutta? Perché? Interviene ancora la moglie in difesa del marito, rincarando la dose:

“Quanto al filmato – ha aggiunto Bertolucci – è una ripresa di un altro giorno che è stata montata ad arte. E’ esattamente come per i pizzini: tutte cose che non stanno né in cielo né in terra. La polizia scientifica è stata in casa nostra per 14 ore. Se avessimo avuto qualcosa da nascondere non gli avremmo detto di accomodarsi e di fare tutte le verifiche che ritenevano opportune”. E la storia dell’altro box di cui i coniugi Dassilva avevano la disponibilità? Niente da dire.

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