Per frenare la corsa dei prezzi nelle prossime settimane arriverà un provvedimento, come annunciato dal ministro dell’Economia Giorgetti.
Roma – Il decreto contro il caro bollette annunciato giovedì dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, con ogni probabilità non andrà in Cdm lunedì. Il provvedimento è infatti ancora in preparazione al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Lo rivelano fonti del governo. Fra le misure allo studio l’eliminazione del divario fra il prezzo del gas sul mercato europeo Ttf di Amsterdam e quello sul mercato italiano Psv, la compensazione della tassazione europea Ets sulle emissioni a carico dei produttori di energia, il potenziamento dell’energy release, che concede energia elettrica a prezzi calmierati alle imprese energivore.
L’andamento dei prezzi dell’energia e le bollette “non dipendono dal governo – aveva detto Giorgetti annunciando il provvedimento – ma da dinamiche estranee, speculative su cui l’attenzione del governo è massima”, ha dichiarato il ministro, che ha poi aggiunto come “una riflessione su ciò che è significato il passaggio al libero mercato degli utenti del mercato elettrico debba essere fatta. Ricordo che era uno degli impegni assunto non certo da questo governo”. Alle parole di Giorgetti sul caro bollette hanno risposto i leader dell’opposizione. “Signor ministro, lei aveva detto che ci sarebbe stata una sorpresa sui dati del PIL e la sorpresa effettivamente è arrivata: doveva esserci l’aumento del PIL dell’1 per cento, ma ahimè è rimasto dello 0,5 per cento, dimezzato. Gli stipendi non sono aumentati, ma sono aumentate le bollette, le sigarette e le multe.
Sul prossimo provvedimento del governo in merito al caro bollette si sono espresse le associazioni dei consumatori. Codacons ha chiesto al governo di fare in fretta, perché i rincari coinvolgeranno milioni di famiglie e imprese. “Da settimane sollecitiamo l’esecutivo ad adottare misure per contrastare le speculazioni che si stanno registrando sul fronte dell’energia. I rialzi delle quotazioni sui mercati internazionali si rifletteranno a breve sulle bollette degli italiani, attraverso inevitabili rincari delle tariffe di luce e gas. Chi rientra nel mercato tutelato paga già una bolletta media da 1.393 euro annui (con consumi da 1.100 metri cubi annui) e andrà incontro ad un aggiornamento al rialzo delle condizioni economiche stabilite da Arera, mentre chi ha un contratto a prezzo variabile sul mercato libero subisce conseguenze immediate dai nuovi picchi dell’energia, con tariffe più pesanti applicate dagli operatori”, ha spiegato il presidente di Codacons Carlo Rienzi.
Sulla stessa linea anche Assoutenti, che chiede al governo di passare dalle parole ai fatti. “A causa dell’escalation dei prezzi sui mercati, una famiglia tipo che consuma 1.400 metri cubi di gas si ritrova a pagare circa 309 euro in più rispetto al 2024. Una situazione che rischia di peggiorare nelle prossime settimane se i rincari sui mercati proseguiranno a questi livelli. Il governo deve passare dalle parole ai fatti, adottando misure urgenti tese a contrastare ulteriori rialzi in bolletta, e per aiutare i cittadini a risparmiare sulle forniture energetiche, ad esempio promuovendo nel settore dell’energia elettrica il passaggio dei vulnerabili al Servizio a Tutele Graduali, attraverso il contributo delle associazioni dei consumatori per una campagna informativa a tappeto”, ha sottolineato il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso.
Discorso diverso, invece per l’Unc, che attende di capire quale sarà la proposta dell’esecutivo. “Ottima notizia il provvedimento. Accolto, almeno così pare, un appello che abbiamo rivolto al governo fin dal primo aprile del 2023 quando fece la pessima pensata di ripristinare gli oneri di sistema della luce e di togliere una prima parte degli sconti introdotti da Draghi sul gas”, ha affermato Marco Vignola, vicepresidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Ora si tratta di vedere cosa proporrà in concreto. Per parte nostra chiediamo che i vulnerabili possano sempre restare nel servizio di tutela, sia per il gas che per la luce, che si possa rientrare nel Servizio a Tutele Graduali della luce almeno fino a fine anno e non, come previsto ora, solo fino al 30 giugno 2025, che l’Iva sul gas sia portata tutta al 10%, e non come ora al 10% per i consumi fino a 480 metri cubi e al 22% per quelli superiori (era tutta al 5% con Draghi), che per chi si trova in condizioni economicamente svantaggiate siano ripristinate le soglie Isee elevate da Draghi, ossia 15 mila euro e 30 mila euro per i nuclei familiari con almeno 4 figli a carico, contro quelle attuali pari, rispettivamente, a 9.530 euro e 20 mila euro, possibilmente introducendo nuovo soglie intermedie”, ha concluso Vignola.
Nei giorni scorsi Assium, l’associazione degli utility manager, che ha analizzato gli ultimi dati di Arera, ha evidenziato che in 12 mesi oltre 1,2 milioni di famiglie non vulnerabili sono passate al mercato libero dell’energia elettrica, pagando per la luce tariffe mediamente più alte dell’80% rispetto a quelle applicate nel Servizio a Tutele Graduali e del 44% rispetto a quelle del mercato tutelato, rimasto attivo per i clienti vulnerabili. A gennaio 2024 più di 4,4 milioni di famiglie non vulnerabili rientravano nel mercato tutelato dell’energia elettrica, che è terminato a luglio del 2024. Chi non ha scelto un operatore del mercato libero, spiega Assium, a partire da luglio è migrato automaticamente nel Servizio a Tutele Graduali, che oggi conta poco più di 3,2 milioni di utenti non vulnerabili.
“Quando decidono di cambiare gestore, gli utenti dell’energia continuano a compiere delle scelte economicamente non convenienti che pesano come un macigno sulle bollette annue della luce – afferma il presidente di Assium, Federico Bevilacqua – Questo avviene per due ragioni: prima di tutto il telemarketing selvaggio che, spesso ricorrendo a pratiche scorrette, spinge una consistente fetta di consumatori a optare per offerte non vantaggiose. In secondo luogo la scarsa conoscenza degli utenti circa le offerte degli operatori energetici, le condizioni praticate e la composizione dei costi in bolletta, tutti elementi che generano confusione e portano a scelte errate”.
Dati che si incrociano con una realtà allarmante. In Italia due milioni di famiglie, l’equivalente dell’intera popolazione del Veneto, non possono permettersi quello che per molti di noi è scontato: il calore in inverno, il fresco in estate, la luce per studiare la sera. A parlare della povertà energetica è stato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. Eurostat la definisce come l’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di servizi energetici. In parole povere: non poter accendere il riscaldamento quando fa freddo, non poter usare l’aria condizionata quando l’afa ti toglie il respiro, dover razionare l’uso degli elettrodomestici”.