Bella figura per un ex ufficiale dei carabinieri che avrebbe dovuto invitare i suoi (in parte provenienti anche da regioni limitrofe) a mantenere le distanze sociali e ad indossare le mascherine piuttosto che sbraitare dietro un microfono.
Milano – Libertà, libertà… A morte, a morte. Pacifici? Mica tanto. E tutti uniti, talmente uniti che sembravano appiccicati gli uni agli altri. In barba alle leggi che valgono solo per i poveri disgraziati. Altro che assembramento. E’ stato un vero e proprio susseguirsi di oratori in mezzo alla folla che si accalcava contro il servizio d’ordine dei Gilet arancioni.
E dopo le arringhe dei pasionari del movimento pseudo-liberista al grido di “Conte vaffa“, “Di Maio traditore” e “De Luca sei un dittatore e la vergogna d’Italia“, l’atmosfera si è surriscaldata con l’arrivo del leader Antonio Pappalardo, già generale di brigata dei Carabinieri in congedo, ex presidente del Consiglio centrale di rappresentanza Militare sino al 2001, già sottosegretario di Stato alle Finanze e vice presidente della commissione Difesa, membro della Commissione Terrorismo e Stragi. Pappalardo, palermitano di 74 anni, è anche compositore musicale e scrittore ma, soprattutto, è il presidente dei movimenti civici nazionali Melograno e Dignità sociale, del comitato dei saggi del Movimento Liberazione Italia e del Movimento Gilet Arancioni.
Il curriculum potrebbe continuare ma lo sbadiglio potrebbe coglierci di sorpresa. Insomma un uomo sempre sul pezzo che si ritiene indipendente da tutto e tutti ma che predica bene, razzolando male. Infatti l’ex alto ufficiale dell’Arma ha formulato al Governo Conte richieste semplicemente populiste non seguite da progetti politici concreti: no alle applicazioni che traccerebbero la vita dei soggetti immuni, no ai vaccini come sistema di controllo e di restrizione delle libertà fondamentali e no alla politica filocinese.
Poi ci sono stati i si: si alle dimissioni di un governo non eletto dal popolo, si ad una nuova legge elettorale tramite un’assemblea costituente, si al ritorno ad una vita normale senza restrizioni, si alla nuova lira con la quale sostenere le famiglie più indigenti. E cosi via alternando toni pacati a quelli accesi strappa applausi e cori di insulti contro Conte e Di Maio, colpevoli, secondo le mezze maniche di Pappalardo, di tutti gli errori del mondo. Senza distinzioni. El General, con il suo intervento, ha stigmatizzato sé stesso e i suoi con quattro frasi ad effetto e un paio di iniziative come quella di un ritorno alla lira senza affrontare il problema dell’uscita dall’Europa, prima di ribattere la vecchia moneta. Insomma poco più che uno show e per di più tardivo.
Dov’erano i Gilet arancioni e il loro capo indiscusso durante il lockdown? O durante il susseguirsi dei decreti della presidenza del Consiglio? Comunque stiano le cose ognuno ha il diritto di protestare e di manifestare il proprio dissenso contro chiunque, nel rispetto della legge, dell’educazione, della continenza e del buon senso. In piazza Duomo sono state infrante tutte le regole senza che nessuno abbia mosso un dito. Bella figura per un ex ufficiale dei carabinieri che avrebbe dovuto invitare i suoi a mantenere le distanze sociali e ad indossare le mascherine piuttosto che sbraitare dietro un microfono. Ce ne ricorderemo alle prossime elezioni. Perché Pappalardo e i suoi compañeros ci sbatteranno il muso. Come tutti gli altri.
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Aggiornamento:
I partecipanti alla manifestazione saranno identificati tramite le immagini delle telecamere e denunciati, stessa cosa per gli organizzatori della convention dei Gilet Arancioni svoltasi a Milano in spregio alla normativa anticontagio. La Questura ha fatto sapere, comunica l’agenzia Ansa, che i contestatori saranno denunciati per la violazione del decreto contro la diffusione del Covid-19. I manifestanti andavano dispersi subito per evitare eventuali contagi e multati nell’immediatezza dei fatti cosi come accede per i cittadini comuni che si assembrano infrangendo le norme. La manifestazione era stata annunciata giorni fa cosi come le altre che si sono svolte in contemporanea in tutta Italia, praticamente con le stesse modalità. Dall’una e dall’altra parte.