Il cambiamento climatico gestito dal popolo

Come estrema ratio si è deciso di partire dal basso nella guerra alle modificazioni climatiche. Il nuovo Patto dei Sindaci per l’energia pulita è forse l’ultima chance?

Il Patto dei sindaci per l’energia green. La Commissione dell’Unione Europea le sta tentando tutte, pur di incentivare gli sforzi degli enti locali verso un’economia green. E’ stata lanciata una petizione “Un voto per il clima”, a cui hanno aderito nove città selezionate dalla Commissione Europea nell’ambito della Missione dell’UE: Città intelligenti e climaticamente neutre. Sono tentativi per portare soluzioni concrete per chi produrrà risultati tangibili entro il 2030. E’ noto che gli enti territoriali hanno un ruolo importante, soprattutto nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica (CO2), uno dei fattori decisivi per il cambiamento climatico e il surriscaldamento del pianeta.

E’ nato, quindi, Il Patto dei Sindaci, considerato dall’UE come un modello di governance multilivello. Nel senso che mobiliterà gli attori locali e regionali per perseguire gli obiettivi europei. I firmatari del patto dovranno preparare un Inventario di Base delle Emissioni e dopo due anni presentare un piano d’azione, in cui verranno delineate le modalità di attuazione delle azioni atte a migliorare il problema. Spesso i comuni si sono lamentati di non avere risorse finanziarie sufficienti. Il Patto ha pensato anche a questo, assegnando determinate responsabilità alle amministrazioni pubbliche e alle reti presenti sul territorio. I firmatari del Patto avranno consulenza strategica e assistenza tecnico-finanziaria, oltre ad attività promozionali e di condivisione delle esperienze.

L’impegno dei firmatari è di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e preparare le città alla resilienza del cambiamento climatico. Oltre alla Commissione Europea, l’iniziativa è sostenuta anche dal Comitato delle Regioni, il Parlamento europeo e la Banca europea per gli investimenti. Tutte queste iniziative dovrebbero portare alla neutralità climatica entro il 2050. Secondo la Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC), un’associazione senza scopo di lucro che vuole contribuire al progresso scientifico e all’innovazione delle scienze climatiche in Italia, l’Italia – poiché non ci facciamo mancare nulla! – è particolarmente vulnerabile ai mutamenti climatici in atto. Gli effetti devastanti si riverseranno sulle città, sull’agricoltura e sulle infrastrutture.

La minaccia del cambiamento climatico sarà sempre più presente per le persone e l’ambiente. I danni sono sempre più palesi e ad ogni tragedia si ripete sempre lo stesso, squallido spettacolo del cordoglio delle istituzioni, associato ai lai esacerbati di chi ha visto morire persone care in seguito a frane e alluvioni. Fino alla prossima tragedia. Le recenti ondate di calore e la conseguente siccità hanno avuto effetti negativi sia sul benessere delle persone (è cresciuto il numero di morti dovuti al calore) che sull’economia nel suo complesso. In agricoltura, molti raccolti sono andati distrutti per mancanza o scarsezza d’acqua.

Ben vengano i Patti dei Sindaci per il clima e tutti i Patti possibili e immaginabili, nonché le Alleanze per il Clima e tutta le reti di associazioni locali dal basso. Purché si agisca qui ed ora, senza tentennamenti. Domani potrebbe essere già tardi. E’ altrettanto chiaro che queste iniziative vanno sostenute a livello generale con una visione complessiva di sistema. Per mettere in pratica questi propositi è necessaria una visione politica, competenza e serietà. Tre categorie non di facile reperibilità, purtroppo.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa