Mai dire mai. Si pensava che fossero solo rifiuti da smaltire, una sorta di archeologia elettronica. Invece i vecchi cellulari sono stati riscoperti negli USA e stanno vivendo una sorta di seconda vita.
Roma – L’appeal per questi vecchi arnesi è stato riscoperto dalla Generazione Z (Gen Z), ovvero i nati tra i medio tardi anni ’90 del XX secolo e i primi anni 2010. L’idea è partita come tentativo di “disintossicarsi dalla tecnologia” e da lì è nata la rivincita di quelli che USA sono definiti “dumbe phone”. Se gli “smartphone” consentono di navigare e sono considerati “intelligenti”, i “dumb” , gli stupidi, sono quegli arnesi delle generazioni passate, con cui si poteva solo telefonare, al massimo inviare messaggi di testo. Preistoria di fronte alla tecnologia che c’è adesso. Il mondo sta andando a mille all’ora, in cui le novità tecnologiche di oggi, domani rappresentano già il passato remoto.
Il mercato di recente ha proposto un nuovo visore per la realtà aumentata. Così definita perché sovrappone le informazioni digitali sugli oggetti del mondo reale per creare un’esperienza 3D in modo che gli utenti possano interagire sia col mondo fisico che con quello digitale. In una situazione siffatta, la Gen Z ha deciso di fa un passo indietro, senza per questo essere connesso col mondo intero e condividere ogni attimo del proprio quotidiano. Forse è il tentativo di una generazione di liberarsi dalle “catene della tecnologia”, dai suoi “lacci e lacciuoli”. E’ chiaro che essa offre ai ragazzi una modalità di vita e di procacciarsi l’amaro pane, che negli anni ’90 apparteneva al mondo della fantascienza.
Basti pensare agli “streamer”, coloro che gestiscono un canale su una piattaforma streaming, ai creatori di contenuti digitali e a tante nuove figure che il web propone. Se è vero che è ora possibile costruirsi da sé, partendo dalla propria stanza, una volta considerato luogo quasi inviolabile ed ora aperto sul mondo, è altrettanto vero che esiste un rovescio della medaglia. I rischi sono tanti, tra cui truffe, revenge porn, stalking e simili. A prima vista appare strano che il fenomeno del “dumb phone” si sia diffuso su TikTok, ma è qualcosa invece di scontato, perché per “disintossicarsi dalla tecnologia” non si può che usarla in maniera appropriata.
I dati di vendita confermano che la tendenza è reale. Negli USA i cellulari con basse prestazioni sono tornati in auge, registrando numeri notevoli riferiti all’anno scorso. Secondo HMD Global, un’azienda finlandese che sviluppa dispositivi mobili a marchio Nokia, il mercato è in crescita del 5%. I Millenians, che negli USA sono definiti “iPad Kids” i “bambini dell’ipad, ora dimostrano che sono cresciuti e vogliono scoprire altro. Sì, proprio i Millenials, la generazione sempre attratta dalle novità, quasi ansiosa di non riuscire a seguirne il passo, manifestano apprezzamento per la vita offline. E’ molto probabile che sia una tendenza di passaggio. Se si vuole stare in questo mondo, si deve essere digitali.
A meno di una scelta radicale da eremita. Perché un “dumb phone” ha delle risorse limitate, che possono incidere sul proprio lavoro. A meno che non si tratta di attività manuali, quali giardinaggio, officina e così via. E’ da apprezzare, comunque, l’idea di volersi prendere una pausa, di staccare. Ma, poiché il diavolo ci mette sempre lo zampino, può anche trattarsi di un originale tentativo di offrire, poi, nuovi contenuti digitali. Chi vivrà, vedrà.