I nonni, angeli custodi e sostegno economico per le famiglie: sono 12 milioni

Il 2 ottobre la loro festa: una ricorrenza istituita dal Parlamento con la Legge 159/2005 per celebrare l’importanza del loro ruolo.

Roma – I nonni: se non ci fossero bisognerebbe inventarli! Il 2 ottobre scorso si è celebrata la festa dei nonni, in quanto vere e proprie colonne della società e portatori di tradizioni e saggezza. Nell’ultimo trentennio hanno rappresentato il vero e proprio welfare per le famiglie italiane, vista l’assenza o la scarsa efficacia di quello ufficiale. Per molti genitori sono importanti per la crescita dei più piccoli nel cui sviluppo sono sempre disponibili ad offrire assistenza. In Italia sono 12 milioni di persone, con l’aspettativa di vita in continua crescita seconda solo al Giappone, il Paese del Sol Levante.

Se fondassero un partito politico e fosse votato da tutti raggiungerebbe una quota ragguardevole! Il 30 maggio scorso è stato presentato il “Rapporto Pus” riferito al 2023, a cura dell’INAPP, Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche. Si tratta di uno studio sulle dinamiche sociali riguardanti il lavoro, l’istruzione e il costume. E’ emerso che i nonni per molti genitori-lavoratori rappresentano l’unico sostegno morale ed economico. Quest’aspetto è più marcato nel Sud del Paese, forse a causa della mancanza si strutture per la cura e l’assistenza dei bambini per la bassa occupazione femminile. Nel resto della penisola la situazione è solo leggermente migliore. Inoltre 1/3 dei nonni assistono i nipoti nella fascia oraria in cui i genitori lavorano e anche della “gestione occasionale” e ¼ anche nelle emergenze. La ricorrenza è stata istituita dal Parlamento con la Legge 159/2005 e, come recita il testo: “quale momento per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale”.

Il 2 ottobre si commemorano, nella liturgia cattolica, gli angeli custodi come figure che guidano le persone nella vita. Il ruolo dei nonni è talmente decisivo che in Svezia, Paese all’avanguardia nel welfare state, nel luglio scorso, è stata approvata una legge che prevede delle novità sul “congedo parentale”: i genitori potranno trasferire una parte del loro congedo ad amici e familiari che hanno intenzione di supportarli nella gestione dei figli. Il congedo parentale in Svezia, diviso equamente fra i due genitori, prevede per i primi tredici mesi, dal parto ai quattro anni del bambino, uno stipendio all’80%.

Con la riforma potranno essere trasferiti fino a 45 giorni o 90 nel caso di genitore single a una persona individuata al primo anno di vita del bimbo. Anche se non è essenziale un rapporto di parentela, la legge sembra essere stata confezionata su misura per i nonni. Per la prima volta (era ora!) una legge equipara il lavoro di cura e assistenza alle altre occupazioni, con diritti e doveri. Inoltre, valorizza tutte quelle figure che gravitano intorno alle famiglie come zii e amici stretti. Sarebbe ora che anche il lavoro delle casalinghe venisse valorizzato a norma di legge oltre che sul piano sociale. E ricevesse una equa retribuzione, viste le varie attività che svolge: pulizie, accudire i bambini, cura e assistenza degli anziani, fare la spesa, cucinare, rammendare, stirare e occasionali lavoretti per la casa. Non c’è che dire, si tratta di attività che meriterebbero stipendi medio-alti!                   

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