I big del M5S alla resa dei conti, confronto tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte

Dopo il flop delle europee, per il comico l’unica strada è quella di tornare alle origini. L’ex premier potrebbe fare un passo indietro.

Roma – Dopo quel risultato che ha sfiorato il minimo storico mai raggiunto dal M5s negli ultimi anni, per il Garante, Beppe Grillo, il confronto con Giuseppe Conte era d’obbligo. Una resa dei conti necessaria potremmo dire. E così, malgrado la riluttanza mostrata negli ultimi tempi a interessarsi direttamente della sua creatura politica, Grillo ieri a Roma ha visto per circa un’ora l’ex premier, proprio per fare il punto sulle elezioni europee, guardare i flussi elettorali (solo la Campania ha regalato qualche soddisfazione, ma lo zoccolo duro dell’elettorato è da sempre in terra partenopea) e guardare al futuro. Anche – e soprattutto – al rapporto con il Partito Democratico.

Su quest’ultimo punto Grillo non ha fatto sconti: “Bisognava proporsi come alternativi non solo a Meloni, ma anche a Schlein“, avrebbe argomentato, di fatto seppellendo ogni possibilità futura di un’alleanza a “campo largo” che possa rappresentare l’alternativa di governo a questa maggioranza. Quello che appare evidente è la perdita di voti dei grillini. Ma Grillo pensa che l’unica via per ritrovare il consenso perduto è quella di restituire lo spirito originario al Movimento, quello che in altri tempi lo ha mandato anche al governo, quando gli stellati viaggiavano a doppia cifra e arrivavano a frotte ai Fori imperiali per incontrare il re Mida del Movimento. Il Garante non ha fatto sconti al presidente M5s e al modo in cui ha condotto il partito alle urne: ” In campagna elettorale ci siamo condannati a un ruolo minore”.

Elly Schlein e Giuseppe Conte

Una questione che ha lasciato intravedere sullo sfondo la possibilità, dichiarata dallo stesso Conte, a “mettersi in discussione” fino all’estrema ipotesi di farsi da parte qualora nel Movimento maturasse questa richiesta. Una possibilità che però dall’altra parte non vede molti sostituti dopo che sono tramontate le vecchie figure di riferimento come Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, e non è facile immaginare una personalità in grado di proporsi per la leadership di una forza politica i cui gruppi parlamentari e i dirigenti territoriali sono in larga parte di stretta osservanza contiana.

Nemmeno una figura di spicco come l’ex sindaca Chiara Appendino sarebbe in grado di ’tenere’ il partito in questo momento di alleanza alternata a competizione con il Pd. Resta da verificare la disponibilità di Grillo ad aderire (o quantomeno non sabotare) a questo ennesimo, possibile “nuovo corso” del M5s all’insegna di regole interne e relazioni esterne sempre più simili a quelle dei partiti tradizionali. 

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