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I bambini? Più consapevoli degli adulti

Negli ultimi tempi il cambiamento climatico è diventato il tema principale dell’opinione pubblica a causa degli eventi estremi che si sono manifestati. Ad esso è correlata la carenza d’acqua, uno dei beni più preziosi.

Roma – Questa tematica ha suscitato particolare interesse nei bambini tra i 6 e gli 11 anni. Infatti, il progetto educativo di ScuolAttiva, onlus che opera nell’ambito dell’educazione scolastica, dall’eloquente titolo “A scuola d’acqua: sete di futuro”, ha trovato tra loro ampio consenso.

Il progetto ha ricevuto il sostegno del Gruppo Sanpellegrino, una delle più grandi aziende italiane nel campo del beverage. Ma anche il contributo scientifico del Comitato italiano per il Word Food Programme, l’agenzia dell’ONU che si occupa di assistenza alimentare. Sono stati coinvolti circa 800 bambini e 16 Regioni. È stato effettuato un sondaggioI diari dell’acqua” nelle scuole elementari. Ne è emerso che per il 43,8% di bambini il tema che ha trovato più riscontro è stato il cambiamento climatico, seguito dalla cura per il Pianeta.

Inoltre l’85,4% ha mostrato attenzione allo spreco di acqua e cibo, percentuale cresciuta del 27% dopo la partecipazione al progetto educativo. L’80% ha dichiarato di fare la raccolta differenziata e il 74,2% di andare a scuola a piedi o in bici. L’aspetto incoraggiante è che i bambini hanno manifestato notevole attenzione a temi quali la sostenibilità, il riciclo e l’impatto ambientale e quanto sia importante fornire loro un’informazione consapevole. Non è mancata un po’ di retorica del Gruppo Sanpellegrino che ha diffuso una nota in cui emerge che tra gli obiettivi dell’azienda ci sia la tutela delle risorse idriche e la riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività. Quando un’azienda investe risorse finanziarie lo fa per avere un ritorno di qualsiasi tipo, non per beneficenza.

Niente di male, è nella sua natura, però… gatta ci cova. L’azienda appoggia questo progetto da 9 anni, in cui sono stati coinvolti più di 395mila bambini che hanno manifestato ogni anno una maggiore attenzione e sensibilità sull’utilizzo delle risorse idriche del Pianeta. Hanno partecipato al progetto anche 1.579 docenti, secondo cui per far crescere la consapevolezza verso temi delicati come quelli ambientali e climatici, sia necessario organizzare progetti educativi che trasmettano benefici per la comprensione del fenomeno e strumenti per le buone pratiche. L’utilizzo di materiali didattici integrativi assumono un ruolo decisivo, secondo la maggioranza dei docenti. A questo, vanno associati la creazione di momenti di partecipazione attiva dei ragazzi con attività pratiche e laboratori al fine di stimolarli maggiormente. I bambini ritengono, quindi, che la salvaguardia dell’ambiente sia un valore fondamentale, tanto da essere parte integrante della vita di tutti giorni.

Essere predisposti ad agire in maniera sostenibile e con concretezza è un paradigma che è entrato nella propria identità. La speranza, quando i bambini diventeranno adulti, è che le loro scelte siano improntate sul rispetto dell’ambiente, la sostenibilità e la cittadinanza attiva. Non fosse altro che i bambini di oggi saranno rilevanti per la costruzione della società futura. Ora, è importante che un’istituzione importante per la coscienza civica come la scuola sia coinvolta in progetti di questo tipo. Ma la cronaca e la storia degli ultimi decenni fanno propendere più verso il “pessimismo della ragione” che l’“ottimismo della volontà” di gramsciana memoria. Il problema non sono la validità e l’efficacia dei percorsi didattici. L’aspetto negativo è, purtroppo, che i bambini diventeranno adulti, perdendo la loro ingenuità e purezza, sostituite da cinismo e menefreghismo.

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