L’accusa parte addirittura dalla Farnesina: dietro ai nuovi arrivati ci sarebbe l’azione del gruppo Wagner, l’esercito mercenario al servizio del Cremlino. Da anni sono il braccio armato dei piani di Mosca in Africa, ma quanto c’è di vero?
Mosca – Il gruppo Wagner, braccio invisibile delle ambizioni globali del Cremlino. Da decenni operano in tutto il mondo, mettendo a disposizione intelligence, soldati professionisti e addestramento in cambio di concessioni minerarie e influenza geopolitica. E se dietro ai nuovi migranti ci fossero proprio loro? L’accusa della Farnesina ha certamente il suo peso…
Siria, Libia, Mozambico, Burkina Faso… Solo alcuni dei teatri in cui i miliziani di Yevgeny Prigozhin, imprenditore legato al Cremlino, sono operativi nel sostenere dittature, ribelli e forze golpiste. Il Centr’Africa è il nuovo trampolino di lancio della politica estera pubblica: si cerca di scalzare governo filo-occidentali e sostituirli con formazioni filorusse. Perché i mercenari? Perché è difficile dimostrare il loro coinvolgimento: Putin nega, parla solo di forniture militari e consulenza per l’addestramento. Ma sappiamo che il talento dei Russi è proprio nella guerra ibrida…
Le accuse della Farnesina
Il ministro della difesa Guido Crosetto e il rappresentante della Farnesina Tajani hanno usato toni chiari: “Strategia di guerra ibrida da parte dei russi della Wagner“. Accusa a cui Prigozhin ha replicato in modo pesante: “Mudak i pizdabol“, coglione e cazzaro. Ma se l’accusa viene da fonti di intelligence c’è qualche ragione di sospettare…
Si riferisce anche di soffiate da parte dei servizi segreti israeliani, che parlano di una grossa provenienza di migranti proprio dai paesi in cui agisce la Wagner.
Gruppo Wagner: dove e come
Repubblica Centrafricana, Mali, Sudan, Repubblica democratica del Congo, Madagascar, Angola, Guinea, Guinea-Bissau, Mozambico e Zimbabwe: tutti paesi da cui vengono migliaia di migranti. In Mali, in particolare, le forze francesi sono state pressoché espulse dall’azione incessante dei miliziani Wagner. Ma cosa ci guadagna la Russia?
Si tratta di paesi ricchi di materie prime: la Russia ottiene concessioni minerarie e forniture a prezzi vantaggiosi. Si cavalca il sentimento anti-occidentale, cercando di ridurre l’influenza europea e instaurare governi favorevoli.
L’impegno Wagner in Africa ha subito una battuta d’arresto in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina, che ha assorbito una quantità enorme di forza umana, soprattutto tra i soldati professionisti. I fallimenti di assicurare una rapida presa di Bakhmut hanno ridotto l’influenza dell’imprenditore-mercenario nella corte di Putin, ma il PMC è ancora una pedina fondamentale…
Strategie di guerra ibrida
Si potrebbe contestare il collegamento: in fondo i migranti arrivano da decenni… Tuttavia è ben nota l’esperienza russa nella guerra ibrida. Propaganda online, disinformazione, attacchi informatici: tutte frecce nella faretra del Cremlino per attaccare i rivali politici laddove le armi non possono.
Crimini di guerra, contatti con gli scafisti, accordi con le dittature locali: queste è il modo in cui i wagneriti potrebbero orientare i flussi di migranti verso l’Europa, cercando di destabilizzarne l’ordine pubblico.