Troppi i presunti minori stranieri di cui è incerta l'età. Il ministro Lamorgese convocherà il sindaco friulano per tentare di risolvere la grave situazione venutasi a creare e che affligge diverse comunità vicine alla frontiera.
Gonars – Forse altri sindaci emuleranno l’iniziativa del sindaco di Gonars, Ivan Diego Boemo, che il 17 agosto scorso, insieme al comandante della Polizia locale, Tristano Grog, ha caricato sul furgone del comune cinque migranti bengalesi, dichiaratisi minorenni, per trasferirli poi al Viminale. Il primo cittadino friulano, stanco di ricevere un continuo flusso di migranti minorenni non accompagnati e scaricati nel suo comune, si è spazientito e infischiandosene delle rassicurazioni di Palazzo Chigi, ha sfidato con un gesto eclatante il Governo inerme dinanzi a questa emergenza di profughi in arrivo dai Balcani.
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Questi ultimi migranti erano stati trovati dalla Polizia stradale all’autogrill di Gonars, lungo l’autostrada A4, nonostante la notte prima la situazione fosse stata monitorata attraverso un gazebo e una serie di turni dalle 21 alle 7 da parte di cittadini volontari, oltre ai controlli delle auto lungo la strada provinciale 80. Ennesimo ritrovamento che ha fatto cadere le braccia al sindaco, seguito dalla conferma del Prefetto di Udine sull’assenza di posti disponibili in Regione dove sistemarli. Ma l’interessamento di quest’ultimo e del collega di Bologna, ha determinato un cambio di rotta, facendo fermare il furgoncino in Emilia Romagna e, precisamente, nel capoluogo felsineo dove i ragazzi sono stati alloggiati in un centro d’accoglienza.
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Boemo ha rischiato in prima persona mettendosi in viaggio con i profughi senza sapere se fossero positivi o meno al Covid-19.
“...Quando sono stato eletto, ho giurato di tutelare la salute pubblica dei miei cittadini – ha dichiarato il sindaco – l’ho fatto per loro e anche per quei ragazzini: non ce la facevo più a vederli cuocere sotto il sole per ore in mezzo alla strada in attesa del tampone. Questa non è accoglienza: non si possono trattare così le persone (…) bisognerebbe prevedere per legge il test dei raggi ai polsi per verificarne l’effettiva età (…) l’unica soluzione possibile può arrivare da una stretta sui controlli al confine, ma deve essere mandato l’esercito…”.
Rientrata dalla Tunisia il ministro Luciana Lamorgese avrebbe deciso di fissare un incontro a Roma con i sindaci friulani alle prese con il problema, ormai quotidiano, dei minori stranieri non accompagnati. Ma pare che qualcun’altro primo cittadino abbia intenzione di precederla.
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