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Gli orsi sono davvero pericolosi per l’uomo?

È di qualche settimana fa la notizia della tragica morte di Andrea Papi, 26enne con la passione della corsa, ucciso da un orso mentre correva tra i boschi.

Roma – Il giovane è stato prima aggredito e poi ucciso da un orso mentre stava attraversando il monte Peller, tra la Val di Non e la Val di Sole, nel Trentino. Oltre a lasciare sconcertata l’opinione pubblica, la tragica notizia ha riacceso le polemiche sul come far convivere l’uomo con l’orso quando si va in montagna. E, soprattutto, come evitare incidenti simili. Secondo il WWF, la più grande associazione ambientalista italiana a difesa dell’ambiente e della natura, quando l’orso aggredisce lo fa a scopo difensivo.

Gli orsi nel loro habitat naturale.

O per difendere il cibo o i propri cuccioli. Od, ancora, per la presenza di cani che vengono percepiti come fattori di disturbo. Tuttavia, il cane, rispetto all’uomo, riesce a fuggire, perché molto veloce. Si tratterebbe del primo caso mortale avvenuto nel nostro Paese, a confermare che l’aggressività verso l’uomo sia molto bassa. Negli ultimi anni, in questa zona c’è stato un ripopolamento di orsi, che ha prodotto altri 7 episodi di attacchi, ma nessuno con esiti fatali. Ma hanno indotto, però, ad emettere, da parte della Provincia, ordinanze di abbattimento. Uno studio pubblicato da Scientific Reports, rivista scientifica che copre tutte le aree delle scienze naturali, del 2019 riguardante l’orso bruno in Europa, ha stimato che nei 15 anni analizzati le aggressioni letali sono stati il 6,6% del totale. Quasi sempre le aggressioni riguardano umani adulti, soli e dediti ad attività ricreative, come camminate, pesca, campeggio, corsa, raccolta di funghi e simili.

In Europa, invece, il 28% degli attacchi è compiuto verso persone occupate in lavori all’aperto, come agricoltura, pastorizia e raccolta di legname. Mentre il 22% è rivolto contro i cacciatori. In realtà, pare che gli orsi cercano di evitare il contatto con l’uomo, tant’è che mutano il proprio comportamento. Tuttavia eliminare del tutto gli incontri con l’uomo è impossibile. E’ molto probabile che dove c’è la presenza dell’orso, si ignorano, anche, i comportamenti corretti da tenere in montagna.

Nelle zone di montagna, dove si è abituati alla possibile presenza degli orsi e si conoscono le loro modalità d’azione, non vengono portati i cani o frequentate determinate zone, mentre dove c’è stata la ripopolazione dell’animale, questa cultura è stata trascurata. C’è da segnalare che anche negli habitat ideali per l’orso, si è assistito ad una forte antropizzazione, con turismo, costruzione di strade, mulattiere e sentieri. Una modalità che ha facilitato l’incontro tra i due, invece di evitarlo.

In Romania è consentita la caccia all’orso.

Dove la caccia all’orso è consentita, come in Romania, è più frequente che possano esserci aggressioni. Addirittura, i cacciatori, costruiscono dei carnai, zone per carni macellate, per attrarre gli orsi e cacciarli. Per evitare il ripetersi di episodi pericolosi, è necessario conoscere cosa fare in montagna e che le istituzioni facciano prevenzione con campagne di comunicazione e informazione. Ci sono alcuni atteggiamenti degli umani che favoriscono l’aggressività dell’animale. Ad esempio, avvicinarsi per scattare una foto, se non, addirittura, un selfie, oppure mettendosi in mezzo tra la madre ed i cuccioli. Ed, invece, basterebbe poco per tenerli lontano.

Basta avere un campanello legato allo zaino o parlare a voce alta e, spessissimo, gli animali selvaggi scappano via. Pur con tutta la pietà che si può esternare verso il caso di cronaca che ha suscitato tanto scalpore tra la cittadinanza, è sempre l’insipienza dell’essere umano, la sua prosopopea, la sua arroganza mista ad ignoranza e superficialità a procurare danni. Quando si sa che l’orso attacca sempre per difesa e cerca di evitare, a ragione, l’incontro con l’uomo. Come dargli torto?

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