Con il rito abbreviato Rosario Greco l’ha fatta franca. Potrebbe uscire fra qualche anno e magari passeggiare tra le viuzze del paese davanti casa delle due vittime come se nulla fosse. I genitori hanno appreso con dolore la condanna che sembra una beffa.
Vittoria – Nove anni, vale così poco la vita di due bambini innocenti uccisi da un pregiudicato mafioso strafatto di droga e alcol? I genitori di Alessio e Simone D’Antonio non si danno pace: “…Li hanno uccisi una seconda volta, dicono piangendo…”. Il Gup di Ragusa ha inflitto a Rosario Greco – l’uomo che l’11 luglio scorso travolse correndo a folle velocità in una stretta strada cittadina i due cuginetti di 11 e 12 anni che stavano giocando davanti all’uscio di casa – una pena di 9 anni nella sentenza di primo grado.
La decisione del giudice, Ivano Infarinato, è arrivata dopo tre ore di camera di consiglio seguita a una brevissima udienza al Tribunale di Ragusa nel corso della quale il Pm Fabio d’Anna, che rappresentava l’accusa, ha rinunciato alle repliche. Il pubblico ministero aveva chiesto una pena di 10 anni, suscitando l’indignazione dei genitori di Alessio e Simone e di tutta la comunità ragusana. Appena appreso della richiesta del pubblico ministero, i genitori dei due cuginetti avevano scritto una lettera al ministro della Giustizia Bonafede per manifestare tutto il disappunto per una pena ritenuta ridicola vista la gravità di quanto accaduto. “…Ci chiediamo – si legge nella lettera – quanto vale la nostra vita per la legge italiana?..”.
I genitori ricordano anche a Bonafede delle promesse fatte quando si è recato in visita a Vittoria, promesse fatte anche da altri politici che in successione hanno sfilato nel luogo della tragedia garantendo giustizia per Alessio e Simone. La giustizia è una condanna a nove anni? Il Pm Fabio D’anna aveva spiegato che in simili casi dieci anni era il massimo della pena vista anche la scelta del rito abbreviato. Rosario Greco, figlio di Elio, “il re degli imballaggi” ritenuto vicino alla “stidda” è un pluripregiudicato. Un mese prima di uccidere i due cuginetti aveva accoltellato, ferendolo, un coetaneo solo perché l’aveva guardato male. “…Per una persona del genere – dicono i genitori – non si può accettare il rito abbreviato…”.