Il presidente dell’Anm sottolinea: “Le carriere sono già separate”. E sulle tensioni con il governo dice “Non c’è nessun muro contro muro”.
Roma – “Le carriere sono già separate, nel senso che chi fa il pubblico ministero fa il pubblico ministero, chi fa il giudice fa il giudice. I cittadini su questo devono stare tranquilli, non c’è nessuna possibilità che sulla stessa poltrona si accomodi la stessa persona. Questa è la separazione delle funzioni, delle carriere nel loro dinamismo processuale. Altra cosa è separare la magistratura e questo non porterà a un bene”. A dirlo il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia, parlando con i giornalisti a margine di un incontro all’Universita’ di Catanzaro. “Questo – ha aggiunto Santalucia – è un disegno per separare la magistratura, isolare il pubblico ministero e renderlo più vicino alle forze di polizia e quindi al ministero”.
Intanto slitta dal 29 novembre al 9 dicembre l’approdo in aula alla Camera della discussione generale sul disegno di legge costituzionale che prevede la separazione delle carriere dei magistrati. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. “Contiamo entro l’estate di avere la doppia lettura parlamentare, dopo di che si andrà al referendum, cosa che io auspico”, ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ospite alla trasmissione XXI secolo. “Paradossalmente non auspico nemmeno una maggioranza qualificata alle camere che impedisca il referendum perché si tratta di una materia così delicata e così importante dove è bene che si pronunci il popolo italiano”, ha aggiunto il Guardasigilli.
Sul dibattito in atto con il governo sul tema della riforma della giustizia afferma: “Non c’è un muro contro muro. Noi cerchiamo di rappresentare fino in fondo, fino a quando avremo voce e forza, le ragioni della contrarietà. Speriamo sempre che il Parlamento, che è il luogo della nostra sovranità popolare, possa rendersi conto di una riforma che non porterà bene. Non è vero – ha poi aggiunto Santalucia – che le riforme non ci sono state, e che siamo in attesa di una grande riforma. Le riforme sono costanti, ogni legislatura porta delle grandi riforme, la Cartabia ha fatto delle riforme importanti, oggi sarebbe il momento di attuare le riforme, di concentrarsi sull’attuazione delle riforme, di non creare ulteriori cantieri di riforma, così la giustizia non ne verrà mai fuori”.
Il “dialogo e il confronto con la politica – ha sostenuto ancora il presidente dell’Anm – è il nostro primo obiettivo, nessuna voglia di scontro e di contrapposizione. Però noi abbiamo il dovere di dire le cose
che non vanno, perché il Parlamento possa decidere e decidere meglio. Noi continuiamo nel nostro impegno, speriamo che questo impegno possa essere fruttuoso”.