Il deputato di Fi torna sul tema dei magistrati che non pagano per i flop delle loro azioni. E rilancia la proposta sul danno erariale.
Roma – “Lo Stato ha un dovere, quello di fornire le risorse, le strutture e i mezzi per indagare, svolgere i processi e chiamare le persone a rispondere di eventuali reati. Lo Stato, però, ha anche un altro dovere, quello di garantire che se una persona, chiamata a rispondere di un reato dopo anni risulta innocente e viene assolta, deve essere la stessa persona che è finita nell’ingranaggio giudiziario”. Enrico Costa, deputato di Forza Italia, ospite a Coffee Break su La7, torna sulla sua battaglia contro gli errori giudiziari.
Ma, dice Costa, “non è mai così, le persone che vengono indagate o che hanno avuto un avviso di garanzia non sono le stesse persone. Questo avviene per quello che io chiamo ‘marketing giudiziario’, l’indagine che finisce sotto i riflettori, la stampa che fa il suo lavoro dando le notizie e i pm che cercano di rafforzare la loro indagine facendola finire sotto i riflettori, cercando di mettere il giudice, che dovrà decidere sulle loro istanze, in una posizione di debolezza. Quando quel giudice assolve o proscioglie, molto spesso si dice che la giustizia ha perso ma non è così, non deve essere così”.
“I pm, che mandano le persone sotto i riflettori e che dopo 5, 6 o 10 anni vengono assolte, non pagano niente per il flop delle loro azioni. Di fronte ad una giustizia che è sotto gli occhi di tutti, mi domando come sia possibile – aggiunge – che i dati di valutazione sulla professionalità dei magistrati fatti dal Csm, parlano di un 99,6 per cento di valutazioni positive, mentre i magistrati valutati non positivamente sono 4 e negativi 6. E’ evidente che di fronte a questi dati il meccanismo chi sbaglia paga non c’è. Pensiamo alle ingiuste detenzioni: dal 2018 al 2023 lo Stato ha risarcito 4.368 persone, pagando 193 milioni in 5 anni, mentre le sanzioni disciplinari nei confronti dei magistrati sono state 9. Dal 2010 al 2024 le condanne per responsabilità civile sono state 12, quelle per responsabilità erariale una”, ha concluso.
Costa è tornato all’attacco dopo il caso Esposito. “Stefano Esposito ha visto le sue accuse archiviate dopo 2589 giorni di indagini. E’ stato massacrato sui media, infangato politicamente, ma chi l’ha tenuto sulla graticola per anni non rischia niente. Ed il Pd comicamente si rallegra che la giustizia abbia funzionato”. Così è intervenuto il deputato di Forza Italia, dopo che il gip di Roma Angelo Giannetti ha accolto la richiesta di archiviazione inoltrata dalla procura capitolina nei confronti dell’ex senatore torinese del Pd Stefano Esposito, accusato di corruzione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite nell’ambito dell’inchiesta avviata dalla procura di Torino e ribattezzata “Bigliettopoli”.
Costa ha approfittato dell’ultimo caso finito in prima pagina per ribadire la necessità di valutare il procedimento di responsabilità a carico del magistrato per danno erariale in caso di ingiusta detenzione. “Lo Stato ha pagato dal 1992 a oggi 874 milioni di euro per risarcire ingiuste detenzioni, arresti di innocenti. Chiedo con un emendamento che gli atti vengano trasmessi alla Corte dei Conti, per eventuale danno erariale a carico di chi ha sbagliato. Apriti cielo, a destra e sinistra”, ha scritto su X il deputato di Forza Italia. Il riferimento è all’emendamento di Fi alla proposta di legge “Modifiche alla legge 14 gennaio 1994, n. 20, al codice della giustizia contabile, di cui all’allegato 1 al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, e altre disposizioni in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale”.