Duplice omicidio di una giovane donna e di una neonata. Tutti gli elementi, le novità e i tanti dubbi sul caso. Qual è il luogo dell’omicidio? I cadaveri sono stati portati lì? Se sì, come e quando?
Roma – Sembrava un normale sabato pomeriggio romano di un’estate ormai alle porte. Il caldo afoso, il parco di Villa Pamphilj, uno dei più frequentati della Capitale, era meno affollato del solito. Tanti romani avevano preferito recarsi nelle località balneari del litorale.
Intorno alle ore 16.30, l’orrore si è spalancato alla vista dei passanti, dove meno te lo aspetti: in un parco pubblico tra famiglie con i figli e i passeggini, coppiette mano nella mano, giovani che giocano con il pallone e persone a passeggio con il cane.
I corpi senza vita di una donna e di una neonata sono stati trovati a circa centocinquanta metri di distanza l’uno dall’altro, entrambi nudi.
I ritrovamenti dei corpi
Il primo ad essere scoperto è stato il cadavere della neonata. A trovarlo, in una zona poco distante dal Belvedere Lago del Giglio, sono state due ragazze, che hanno subito chiamato la polizia e allertato un uomo che passava di lì insieme alla moglie e con il cagnolino al guinzaglio. “Era dietro un cespuglio, in una radura tra i rovi, con il corpicino a pancia in giù”, ha raccontato il testimone della macabra scoperta. “Appena l’ho visto, ho avuto subito l’impressione che non fosse un bambolotto”.
Dopo circa tre ore, poco prima delle 20, è arrivata l’altra notizia: il ritrovamento del corpo della donna da parte di una comitiva di peruviani, circa venti persone. “Stavamo giocando a pallavolo nello spiazzo, poi una delle ragazze si è appartata per i suoi bisogni e si è messa a urlare, abbiamo tutti sentito una forte puzza”, è il racconto di uno dei testimoni peruviani.

Il cadavere della donna era coperto da un sacco nero simile a quelli utilizzati per l’immondizia o per materiali di scarto nel settore edile. Dal sacco sporgeva solo un braccio, il sinistro. Il corpo era nascosto tra le piante, in una specie di discesa breve che termina con un filare di oleandri, in un luogo non distante più di 100 metri da viale Vittoria Nenni, dove passeggiano le famiglie, giocano i bambini o corrono gli appassionati di jogging, e da un noto bistrot del parco.
Le indagini e i primi esami e le foto dei tatuaggi
Sui luoghi sono intervenuti gli agenti della polizia, il pubblico ministero Antonio Verdi e la scientifica. Indagano la squadra mobile, coordinata dal Pm Verdi e dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.
È stato aperto un fascicolo per duplice omicidio aggravato, a carico di ignoti.
Secondo i primi esami, svolti al Policlinico Gemelli, la neonata dovrebbe avere circa sei mesi, la donna circa 20/30 anni, quindi un’età molto più giovane rispetto a quella inizialmente diffusa dalle agenzie di stampa, che parlavano di una quarantenne. Il chiarimento è arrivato a seguito del vertice svoltosi in Procura nella mattinata di lunedì 9 giugno.
La Polizia ha diffuso anche le immagini dei tatuaggi presenti sul corpo della donna: un vistoso disegno floreale sulla fascia addominale superiore, una rosa sul piede destro, vicino al malleolo e il corpo di un teschio con una tavola da surf sul braccio destro all’altezza dell’omero nella parte esterna. A questi tatuaggi si aggiunge anche uno che sembra raffigurare il disegno di due volatili che si intrecciano (vedi nella foto qui in basso), presente, secondo quanto comunicato dalla Questura all’altezza dell’omero destro, nella parte interna.

Come sono stati compiuti gli omicidi?
Sia la giovane donna che la neonata dovrebbero essere dell’est Europa. Potrebbero essere madre e figlia, ma a confermarlo saranno solo gli esami del Dna, i cui risultati sono attesi per le prossime ore, anche per scoprire l’identità delle due vittime.
Le impronte digitali della quarantenne sono state raccolte e analizzate, ma non hanno dato riscontri utili, probabilmente perché la donna non era inserita in nessuna banca dati.
I primi esami autoptici “non hanno restituito un quadro chiaro delle cause del decesso“. Quel che è certo è che la donna, il cui corpo era in maggiore stato di decomposizione, è morta diverse ore prima della bambina.
Sul corpo della donna non sono state rilevate “ferite macroscopiche” come quelle determinate da tagli o arma da fuoco. Sono stati eseguiti dei test tossicologici, perché una delle ipotesi è che la giovane possa essere morta per avvelenamento o intossicazione da sostanze stupefacenti.
Lesioni sono state ritrovate sul corpo della neonata, in particolare un colpo alla nuca. Una delle ipotesi è che la piccola possa essere stata strangolata.

Dove sono stati commessi gli omicidi?
Il mistero riguarda poi il luogo degli omicidi. In entrambe le zone in cui sono stati rinvenuti i cadaveri non ci sono segni di trascinamento di corpi sul terreno. Il che fa propendere per l’ipotesi che i corpi sia stati adagiati in quei punti.
Come il corpo della donna, alta 164 cm e di circa cinquantotto chili, possa essere stato trasportato sin lì è uno degli interrogativi a cui gli inquirenti dovranno trovare risposta. Non è escluso che i cadaveri possano essere stati portati con un veicolo. Nonostante il divieto per le auto di entrare nel parco, da quando sono in corso lavori di ristrutturazione di fontane e di giardinaggio, diverse auto e furgoni degli addetti ai lavori circolano per i viali del parco. Il presunto assassino, o chi per lui, potrebbe essersi mimetizzato tra loro, avvicinandosi quanto più possibile ai luoghi dove sono stati trovati i corpi.
Un’altra ipotesi è che possa essersi intrufolato nel parco di notte. Nonostante la chiusura notturna (da aprile ad agosto i cancelli di accesso vengono sbarrati alle ore 21), ci sono diversi punti in cui è possibile entrare senza nemmeno scavalcare le mura o le cancellate di cinta. Uno di questi è in via Leone XIII, dove di recente è stata abbattuta – e non ancora riparata – una recinzione, distante poche centinaia di metri dal luogo di ritrovamento del cadavere della donna. Clochard accedono al parco di notte per trovare giacigli dove dormire.
Il nodo della sicurezza e le denunce delle associazioni
Chi frequenta abitualmente il parco, come ad esempio gli iscritti all’associazione Amici di Villa Pamphilj, denuncia la mancanza di controlli e di sicurezza.
In particolare chiedono due cose: la presenza di custodi agli ingressi della Villa e maggiori ronde delle forze dell’ordine con pattuglie e agenti a cavallo e/o a piedi, non solo nei viali principali, ma anche e, soprattutto, nelle stradine secondarie e nei sentieri meno battuti.
C’è poi il nodo delle telecamere di videosorveglianza. Quelle presenti nel parco potrebbero aver ripreso l’assassino o chi ha trasportato i corpi, oppure targhe di auto sospette?
Al vaglio degli inquirenti sono in particolar modo le telecamere dei due bar presenti nel parco.