“Gestiva il sistema dei pizzini”, chiesti 20 anni per la sorella di Messina Denaro

Rosalia era l’alter ego del boss e avrebbe agito nella “piena conoscenza di argomenti, questioni, nomi in codice e segnali”.

Palermo – Secondo i magistrati Rosalia Messina Denaro non era soltanto la sorella di Matteo, la primula rossa di Cosa Nostra, ma il suo alter ego, la “preziosa e fedele esecutrice delle direttive del capomafia latitante”, la donna che gestiva il sistema dei pizzini e in “piena conoscenza di argomenti, questioni, nomi in codice e segnali” avrebbe “veicolato messaggi in modo da consentire al padrino di di continuare ad esercitare le sue funzioni direttive”.

Non una comprimaria coinvolta nell’inchiesta soltanto per il cognome pesante che le è toccato in sorte, ma una donna con un ruolo attivo e centrale nel dispiegarsi delle trame criminali del fratello. Per questo i pm della Direzione distrettuale antimafia, Pierangelo Padova e Gianluca De Leo, al termine della requisitoria hanno chiesto vent’anni di carcere per Rosalia Messina Denaro, già in cella da un anno con l’accusa di associazione mafiosa aggrava e ricettazione.

Nella sua abitazione i militari del Ros trovarono i pizzini, nascosti nella gamba di una sedia, in cui si parlava della malattia del boss allora latitante. Rosalia Messina Denaro è la madre di Lorenza Guttadauro, l’avvocato che ha rappresentato fino alla morte lo zio boss catturato il 16 gennaio 2023, dopo trent’anni di latitanza, e deceduto a settembre dello stesso anno.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa