Come altre associazioni sanitarie anche l’Aipo intende far sentire la propria voce in maniera forte e determinata: stop al massacro di civili inermi sulla Striscia di Gaza.
Gaza: la medicina avverte l’esigenza di farsi sentire. L’8 agosto scorso, in pieno caldo estivo, con temperature record e l’afa che con la sua umidità elevata ha reso le giornate urticanti al punto da sentirsi oppressi, è circolato sul web un comunicato stampa a cura dell’AIPO (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri), riconosciuta come Ente del Terzo Settore (ETS) nel 2023 e iscritta come Associazione di Promozione Sociale (APS). Il comunicato stampa dall’eloquente titolo “Gaza: di fronte alla catastrofe umanitaria, la medicina ha il dovere di parlare”. Si riporta il testo integralmente:
“Di fronte a una tragedia umanitaria di tale portata, il silenzio non è un’opzione – dicono dall’Aipo – Come medici e professionisti della salute abbiamo un dovere etico. Ma, prima ancora, come esseri umani, non possiamo restare neutrali di fronte a quanto accade a Gaza. La medicina di qualsiasi disciplina è fondata sulla tutela della vita, della salute, della dignità e dei diritti fondamentali della persona. Con questo spirito, AIPO – si unisce con convinzione alle voci della comunità scientifica nazionale ed internazionale nel condannare con fermezza le gravi violazioni dei diritti umani e il genocidio in atto nella Striscia di Gaza. La neutralità della medicina non equivale all’indifferenza, ma rappresenta un esercizio di responsabilità, un impegno etico e una testimonianza civile. In quanto professionisti della salute, sin ha il dovere di richiamare con forza al rispetto del diritto internazionale umanitario e alla protezione della popolazione civile, vittima innocente di un conflitto disumano. Non possono, poi, essere dimenticati tutti gli operatori sanitari, che tentano di lavorare in mancanza di mezzi e risorse, mettendo in pericolo la loro stessa vita. La salute non può esistere senza giustizia”.

Comunque la si pensi sull’annoso conflitto mediorientale, è molto difficile non sottoscrivere il comunicato dell’AIPO. Soprattutto sulla neutralità della Scienza, un concetto astruso che si riferisce ad una presunta oggettività e imparzialità del metodo scientifico e dei suoi risultati. In pratica, si assume che la scienza, nel suo processo di ricerca e nella produzione di conoscenza, non sia influenzata da fattori esterni come valori personali, credenze, ideologie o interessi particolari. Tutta la storia dell’umanità, finora, ha sconfessato questo assunto. Sono dati di fatto indiscutibili che solo certe strumentalizzazioni ideologiche possono falsificare, utilizzando sofismi intellettuali che in realtà denotano una mancanza di umanità e civiltà.
Come quando nei salotti televisivi ci si accapiglia sulla considerazione che l’azione militare di Israele verso i cittadini di Gaza non sia genocidio, ma qualcos’altro. I numeri dicono che almeno 437 operatori umanitari sono stati uccisi a Gaza (429 palestinesi) e 219 giornalisti e le morti di civili, a febbraio 2025, ammontano a 46.913 persone e 18 mila bambini. Chiamarlo genocidio, massacro, carneficina, stermino sembra un tetro gioco specioso, perché il risultato resta comunque agghiacciante.
Come lo è stato l’efferato attacco terroristico di Hamas in Israele il 7 ottobre di due anni fa, che procurò, in un solo giorno, la morte di 859 civili israeliani, 278 soldati e 57 membri delle forze dell’ordine. Il sonno della ragione genera mostri, sentenziò in una sua opera il grande pittore spagnolo Goya nel 1797.
Sono trascorsi ben 228 anni da allora e di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, soprattutto fetida e il sonno della ragione è diventato decrepito al punto di essere sulla soglia dell’estrema unzione.