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Gaza: dopo la telefonata Meloni-Schlein, l’impegno italiano per il cessate il fuoco

Cambio di passo in Parlamento sulla guerra in Medio Oriente: grazie all’astensione incrociata passa l’emendamento Pd.

Roma – Che sulla questione di Gaza il vento politico italiano stesse rapidamente cambiando direzione si era capito di primo mattino quando il ministro degli esteri Antonio Tajani, a Radio Uno, per la prima volta dall’inizio del conflitto, aveva mosso una critica esplicita al comportamento di Israele: “A questo punto la reazione di Israele è sproporzionata, ci sono troppe vittime che non hanno nulla a che fare con Hamas – ha detto il ministro degli esteri, chiedendo a Israele di “evitare rappresaglie contro la popolazione civile palestinese”.

Una virata brusca che ha trovato immediato buon vento nel doppio colloquio telefonico intercorso tra Giorgia Meloni e la segretaria Pd Elly Schlein, al quale si deve il cambio di passo del Parlamento che, a sorpresa, e per la prima volta dall’inizio della guerra, ha impegnato il governo a chiedere il cessate il fuoco a Gaza. L’accordo telefonico tra le due leader ha portato i 159 deputati della maggioranza di centrodestra ad astenersi sul testo del Pd, passato dunque con i 129 voti delle sole opposizioni, testo che appunto impegna l’esecutivo “a sostenere ogni iniziativa volta a perseguire la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani e a chiedere un immediato cessate il fuoco umanitario a Gaza al fine di tutelare l’incolumità della popolazione civile, garantendo altresì la fornitura di aiuti umanitari continui, rapidi e sicuri all’interno della Striscia”.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani

La nuova rotta diplomatica impressa dall’intesa Meloni-Schlein cambia nella sostanza l’impostazione precedente del governo e delle forze di maggioranza, che si erano presentate in aula secondo lo schema di una mozione che continuava a sostenere ancora, e soltanto, il diritto di Israele a difendersi. Dall’appello a “promuovere, assieme all’Unione europea, al G7 e agli altri attori regionali, ogni sforzo diplomatico volto a trovare una soluzione politica del conflitto” all’impegnare il governo a “richiedere un cessate il fuoco” il passo non è breve.

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