Affidate alla professoressa Cristina Cattaneo, nota per il suo lavoro sul caso di Yara Gambirasio, nuove indagini sulle cause della morte di Chiara Poggi.
Pavia – Colpo di scena nelle indagini per l’omicidio di Garlasco. Il profilo genetico sconosciuto, rinvenuto su una delle garze utilizzate durante l’autopsia per il prelievo di materiale biologico dalla bocca di Chiara Poggi, non apparterrebbe a uno dei possibili assassini ma a un altro cadavere: la contaminazione sarebbe avvenuta durante un’altra autopsia, che si svolgeva nella stanza accanto.
La scoperta, emersa nell’ambito di una nuova indagine sull’omicidio avvenuto a Garlasco nel 2007, ha spinto gli inquirenti a disporre approfondimenti specifici per chiarire l’origine del DNA.
Secondo una nota ufficiale della Procura, le analisi comparative condotte dai genetisti Carlo Previderè e Pierangela Grignani hanno evidenziato una concordanza degli alleli tra il profilo genetico sconosciuto e un soggetto identificato con il codice anonimo 153E, tra i cinque maschi sottoposti ad autopsia in concomitanza con quella di Chiara Poggi. Questo risultato, non previsto nell’incidente probatorio, suggerisce che la garza potrebbe essere stata contaminata durante le procedure medico-legali di allora, un’ipotesi che richiede ulteriori verifiche per escludere errori o interferenze.
Per garantire un’analisi più approfondita, la Procura ha incaricato la professoressa Cristina Cattaneo, ordinario di Medicina Legale presso l’Università degli Studi di Milano e nota per il suo lavoro sul caso di Yara Gambirasio, di condurre nuove indagini sulle cause della morte di Chiara Poggi. La Cattaneo, figura di riferimento nell’antropologia forense e nella medicina legale, esaminerà sia gli elementi raccolti sul corpo della vittima sia le evidenze rilevate sulla scena del crimine, con l’obiettivo di fornire una valutazione completa e aggiornata.