Il presidente di SEED Italia traccia un bilancio delle linee positive del summit presieduto da Francesco Lollobrigida a Siracusa, che si conclude oggi.
Siracusa – Il futuro dell’agricoltura tra vecchie e nuove sfide. I giovani in primo piano e sullo sfondo l’innovazione e la tecnologia per migliorare la sostenibilità del settore. Termina oggi presso il Castello Maniace, sull’isola di Ortigia, la Riunione dei Ministri dell’Agricoltura del G7. Carlo Besostri, imprenditore agricolo del settore risicolo della Lomellina, in nome di un modello di agricoltura fortemente legata al territorio ed ecosostenibile ha ideato l’impresa sociale S.E.E.D. (acronimo che sta per: Semina, Educa, Evolvi, Dona). Il presidente di SEED Italia in un’intervista traccia un bilancio del G7.
Il G7 dell’Agricoltura che si è svolto a Siracusa ha messo in luce le sfide di oggi per il futuro del settore. Cruciale il ruolo delle nuove generazioni con l’istituzione del servizio civile in agricoltura e sovvenzioni. Cosa ne pensa?
“Sono iniziative giuste e necessarie. Il servizio civile in agricoltura serve ad avvicinare le nuove leve a questo mondo, per conoscerlo a fondo e dare vita agli agricoltori del futuro. L’età media della categoria, come ha detto il ministro Lollobrigida, si attesta sui 55 anni. Serve un cambiamento culturale e servono nuove forze. C’è un accesso limitato alla terra, elevati costi di avviamento e una mancanza di reti di supporto sufficienti. Inoltre, c’è una percezione prevalente che l’agricoltura non sia un percorso di carriera praticabile, come ha ribadito il ministro dell’Agricoltura. Occorre sensibilizzare i più giovani che tra l’altro sono improntati ad apprendere velocemente le nuove frontiere della tecnologia approdata tra i lavoratori della terra. Per questo le sovvenzioni e i finanziamenti a loro dedicati mi sembrano il giusto percorso verso il cambiamento”.
Sul tavolo del G7 la crisi idrica, la siccità e le minacce all’agricoltura. Tra gli attacchi quotidiani alla professione anche il caporalato. A che punto siamo nella lotta al lavoro sommerso?
“Gli ultimi dati di agosto hanno rivelato che durante le attività di contrasto al fenomeno del caporalato messe in campo dai carabinieri su scala nazionale, su quasi mille aziende controllate oltre la metà è risultata irregolare. Tra i lavoratori controllati, 2314 erano extracomunitari, di cui 213 risultavano impiegati “in nero”, e 29 i minori, di cui 9 impiegati “in nero”. Questa piaga c’è ancora anche se i controlli si sono intensificati: occorre tenere alta la guardia. Credo che l’ingresso delle nuove generazioni in questo mondo possa dare una mano in questo senso”.
Quali sono le sfide per il futuro dell’Agricoltura?
“Credo che il documento consegnato da Confagricoltura al ministro Lollobrigida nel corso del G7 sia emblematico e esaustivo. Sei le priorità indicate: una politica agricola solida e sostenibile; una transizione verde ed energetica a tutela delle risorse naturali preservando e aumentando la fertilità del suolo, gestendo in modo sostenibile le risorse idriche, proteggendo la biodiversità; innovazione tecnologica; competitività e filiera alimentare globale; valorizzazione delle aree interne, rurali e di montagna attraverso il sostegno economico e infrastrutturale, ma anche il ruolo sociale degli agricoltori e la tutela delle produzioni tipiche; una comunicazione corretta e trasparente al consumatore, che va sensibilizzato sui temi agricoli alla luce delle evidenze scientifiche. E poi la grande sfida per l’Africa che si muove sulle linee tracciate dal Piano Mattei”.