Forse Anna si poteva salvare

Le denunce, presentate e poi ritirate dalla donna terrorizzata, avrebbero dovuto mettere in guardia contro il reiterarsi di condotte violente da parte del presunto assassino. L’uomo considerava la ex di sua esclusiva proprietà e quando ha visto che non c’erano possibilità per tornare insieme l’ha uccisa senza pietà.

PIANO DI SORRENTO (Napoli) – “Se non ritiri la denuncia ti ammazzo”. Cosi si era espresso Salvatore Ferraiuolo, 54 anni, pescivendolo, nei confronti dell’ex compagna Anna Scala, 56 anni, parrucchiera, separata con una figlia, originaria di Moiano, frazione collinare di Vico Equense, morta ammazzata a coltellate per mano dell’uomo lo scorso 17 agosto.

Anna Scala benvoluta e stimata da tutti

La donna ne aveva subite di tutti i colori dunque era stata costretta a denunciare il presunto assassino, poi reo confesso, detenuto a Poggioreale con l’accusa di omicidio premeditato. Un anno prima della tragedia Ferraiuolo, geloso come non mai e convinto che la “sua” donna lo tradisse, l’aveva seguita in casa di un’amica per poi aggredirla a calci e pugni sino a romperle diversi denti. Anna, che in quell’occasione non aveva sporto denuncia, veniva soccorsa dall’amica e accompagnata in ospedale con la bocca sanguinante ma non era finita lì.

Nel luglio del 2022 l’uomo, di indole violenta, l’aveva seguita nella spiaggia libera di San Montano, a Massa Lubrense, per poi aggredirla di nuovo davanti ai bagnanti impauriti gridando a squarciagola: ”Zoccola, sei una zoccola”. Una volta allontanatosi dalla spiaggia le aveva squarciato le ruote dell’auto in sosta con un punteruolo. A questo punto Anna, temendo per la propria vita, si decideva a denunciare l’uomo per maltrattamenti e stalking sperando di ricevere adeguata protezione anche perché tutti sapevano che Ferraiuolo non si sarebbe arreso tanto facilmente.

Il garage dove è stata ammazzata la donna

Infatti cosi è stato. Il giorno dopo il futuro presunto assassino, venuto a conoscenza di essere stato denunciato, aveva telefonato alla poveretta intimorendola come suo solito: “Vai a togliere la denuncia… quando torno ti uccido proprio…sei una puttana, una zoccola, ti mantieni un vecchio“. La donna, sempre più impaurita, era tornata dai carabinieri di Massa Lubrense per un’integrazione della denuncia ma sapeva che, prima o poi, quell’uomo gliel’avrebbe fatta pagare quindi aveva ritirato gli esposti.

Detto, fatto. Il 17 agosto, dopo averla aspettata per oltre un’ora davanti al garage di via San Massimo, l’aguzzino, appostato fra le auto in sosta, passava all’azione armato di coltello. Appena ha visto la donna che scendeva dalla sua Citroen C3 bianca, e mentre si apprestava a prendere le borse della spesa nel vano di carico della vettura, l’uomo si è avvicinato alla vittima e l’avrebbe colpita alla schiena con due coltellate mortali per poi spingerla nel bagagliaio.

Anna con Salvatore Ferraiuolo

Ferraiuolo, vestito di nero, sarebbe fuggito subito dopo a bordo di uno scooter abbandonando il cadavere della donna riverso a metà sul bordo del vano bagagli in un lago di sangue. Alcune ore dopo Salvatore Ferraiuolo, grazie alle testimonianze oculari e alle telecamere di sorveglianza stradale, veniva identificato e fermato dai carabinieri. Alcuni passanti avevano notato l’uomo fuggire con in mano un pugnale insanguinato mentre altri avevano visto il cadavere della donna a testa in giù dentro il cofano posteriore.

E scattava l’allarme che vedeva sul posto, quasi immediatamente, i carabinieri della Compagnia di Sorrento ed i soccorritori del 118 che non potevano fare altro che constatare il decesso della poveretta. Il procuratore di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso, ed il sostituto Federico Nesso contestano all’odierno indagato l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, lesioni e porto d’arma da taglio e occultamento di cadavere. Poi seguono maltrattamenti e stalking. Davanti ai magistrati Ferraiuolo ha confessato l’orrendo crimine:

I funerali della vittima

Ha ammesso le sue responsabilità – riferiscono gli avvocati Gabriele Cimmino e Roberto Civita, difensori il presunto assassino – inoltre ha aggiunto che in quei momenti non era in sé. Si è pentito ed è confuso“. Dagli accertamenti investigativi sarebbe emerso che l’uomo soffrirebbe di disturbi psichiatrici, per altro diagnosticati. Se cosi stanno le cose forse un braccialetto elettronico avrebbe evitato il peggio:

”I segnali precursori c’erano tutti – conclude l’avvocato Giovanni Di Gennaro, parente della famiglia della vittima legale di fiducia – che fosse in pericolo era ormai chiaro e nonostante ciò nulla è stato fatto per impedire a quell’uomo che la uccidesse”.

Nella chiesa di San Renato Vescovo a Moiano di Vico Equense centinaia di persone hanno voluto dare l’ultimo saluto ad Anna Scala.

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