Fine vita: associazione Coscioni, in Veneto malato di cancro attende visite da 5 mesi

La storia di Roberto, 67enne veneto, da anni combatte contro un glioma diffuso, un tumore cerebrale diagnosticato nel 2006. 

Roma – Da oltre 5 mesi un malato di cancro in Veneto attende la prima visita per accedere al suicidio assistito. Lo rende noto l’Associazione Luca Coscioni, che parla di “ostruzionismo della Asl” competente. Roberto, 67enne veneto, da anni combatte contro un glioma diffuso, un tumore cerebrale diagnosticato nel 2006. Dal 2018 – rende noto la Coscioni la sua condizione è peggiorata con crisi epilettiche quotidiane e difficoltà motorie, che gli causano frequenti cadute. Nonostante il dolore e il progressivo deterioramento delle sue condizioni fisiche e cognitive, non vi sono linee terapeutiche in grado di contrastare la malattia. Lo scorso ottobre, ha chiesto alla sua azienda sanitaria la verifica delle condizioni per accedere al suicidio medicalmente assistito, viste le sue sofferenze insostenibili e l’irreversibilità della malattia.

Nel mese di dicembre l’azienda sanitaria ha nominato una commissione medica, ma a oggi, a oltre cinque mesi dalla richiesta, non sono ancora state effettuate le visite domiciliari previste dalla sentenza 242/2019. Vedo avvicinarsi rapidamente il giorno in cui non potrò più dedicarmi le cure e le attenzioni che un essere umano deve poter riservare a sé stesso. Sento che si avvicina rapidamente il momento in cui desidererò sottrarmi alla sofferenza e all’incapacità di essere me stesso con dignità e di rispettarmi come è indispensabile rispettarsi. Nulla desidero come la possibilità di sottrarmi a questo destino, voglio concludere i miei giorni finché sono, sia pure meno che lievemente, in grado di essere come sono stato fino a pochi anni fa” sono le parole di Roberto, riportate dall’associazione. 

L’avvocata Filomena Gallo, che coordina il collegio di studio e difesa di Roberto, e Segretaria Nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, evidenzia “un ritardo ingiustificato ed illegittimo da parte dell’azienda sanitaria, che comprime i diritti costituzionalmente garantiti di Roberto. Il tumore di cui è affetto è una vera e propria ‘bomba ad orologeria’, potrebbe esplodere in qualsiasi momento e determinare un’improvvisa perdita delle capacità cognitive, uno stato vegetativo, la perdita ad esempio della vista oppure, nel caso peggiore, la sua morte. Uno scenario doloroso e spaventoso che Roberto vuole evitare in tutti modi, volendo decidere come e quando morire con autosomministrazione del farmaco letale, senza il rischio di trovarsi in uno stato di incapacità improvviso che gli renda impossibile esercitare il suo diritto ad autodeterminarsi.

Per questo abbiamo diffidato la Asl all’urgente completamento della procedura di verifica delle condizioni di Roberto. Confidiamo anche che la Corte costituzionale accolga l’ultima questione di legittimità costituzionale per cui si è tenuta udienza il giorno 26 marzo, aggiungendo in alternativa al trattamento di sostegno vitale la diagnosi di prognosi infausta”. Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, aggiunge: “Se il Consiglio regionale del Veneto avesse approvato la nostra proposta di legge regionale ‘liberi subito’, Roberto non avrebbe dovuto subire le conseguenze di questa attesa. Chiediamo alla Regione Veneto di definire, con una legge o con un provvedimento di Giunta, tempi certi di verifica delle condizioni e risposta alle persone malate come Roberto”. 

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