“Fermatemi, non voglio più uccidere”: le confessioni shock del badante killer

Mario Eutizia ha raccontato al pm di aver soppresso con un sovradosaggio di farmaci quattro anziani malati oncologici: “Vedevo che soffrivano e alle famiglie non importava nulla”.

CASERTA – In sede di convalida del fermo in carcere “L’angelo della morte” confessa gli omicidi degli anziani che accudiva: “Si ho ucciso i quattro anziani – ha detto agli inquirenti il badante partenopeo – L’ho fatto per empatia, per pietà”. Mario Eutizia, ex cuoco e badante napoletano di 48 anni senza fissa dimora, separato con una figlia, dietro le sbarre dallo scorso 22 agosto nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere con l’accusa di omicidio plurimo, ha ammesso e confermato le proprie responsabilità davanti al Gip Alessandra Grammatica.

L’uomo, gravato da precedenti per truffa, furto, danneggiamento e uso fraudolento di titoli, ha raccontato per filo e per segno come e quando avrebbe ucciso i quattro vecchietti, malati oncologici, con un sovradosaggio di farmaci antitumorali, sedativi e analgesici prescritti dai medici. Eutizia, che si è costituito spontaneamente ai carabinieri di Caserta alla presenza dei suoi difensori, avrebbe somministrato dosi superiori anche del 70% rispetto a quelle previste dalle ricette, portando rapidamente al decesso le ignare vittime che si fidavano ciecamente di lui. Nulla avrebbe rivelato invece nel merito di altre trenta persone, sempre avanti negli anni, che avrebbe assistito a domicilio nella sua lunga carriera di collaboratore domestico dunque si teme che le vittime possano essere più di quattro.

Mario Eutizia

L’ex cuoco, una volta in cella, aveva già rilasciato dichiarazioni davanti al Pm Annalisa Imparato, della Procura sammaritana, evidenziando la sua situazione giunta al limite della sopportazione:” Ho bisogno che qualcuno mi fermi – ha sottolineato Eutizia durante l’interrogatorio – Continuando a lavorare come badante, probabilmente l’avrei fatto ancora…”. Nella ricostruzione dei fatti la pubblica accusa ha meglio precisato alcuni particolari:

”Tutte le condotte poste in essere convergono verso l’exitus – si legge in atti – non solo rappresentato come certo dall’indagato, ma voluto come conseguenza delle proprie azioni. L’animus necandi associato alla misericordia cristiana, dallo stesso ammessa, determinano la propensione dell’indagato a vestire i panni di angelo della morte. In queste vesti lo stesso prova profonda gratitudine e realizzazione. La somministrazione lenta e continua di dosi massicce di farmaci potenzialmente letali ove abbinati, compendiata dal desiderio di veder cessare l’agonia degli anziani, non può che dimostrare che Eutizia, conoscitore delle caratteristiche dei farmaci sia per l’esperienza lavorativa che per l’assunzione personale in quanto già paziente oncologico, voleva cagionare la morte dei suoi assistiti. Una morte certa in considerazione dell’età degli stessi e delle critiche condizioni cliniche…Non può non assumere pregnante rilievo la richiesta avanzata da Eutizia al Pm di essere aiutato a non “uccidere più” perché, ove si fosse trovato nelle medesime condizioni, a suo dire, avrebbe potuto uccidere ancora ben conscio di non poter reggere una sofferenza tale”.

L’ultima dimora del reo confesso in via Francesco Saverio Siniscalchi a Napoli ma nessuno si ricorda di lui

L’uomo, difeso dagli avvocati Antonio Daniele e Gennaro Romano, ha confessato di avere ucciso quattro persone, l’ultima delle quali, in ordine di tempo, sarebbe spirata il 4 marzo scorso a Vibonati, nel Cilento. La vittima si chiamava Gerardo Chintemi, 95 anni. Nel dicembre del 2023 a Casoria, in provincia di Napoli, sarebbe morto ammazzato Luigi Di Marzo, 88 anni. Le altre due vittime, non ancora identificate, sarebbero decedute nel 2014, quando Eutizia lavorava a Latina:

” Sto fatto che sentivo quando vedevo che soffrivano queste persone – rivelava Mario Eutizia ai magistrati inquirenti – perché anche io ho un tumore, sono diabetico e cardiopatico e vedevo che soffrivano e alla famiglia non importava. Pensavo che a mio carico ci fosse un mandato…Poi ho deciso di costituirmi a Caserta perché nel carcere di Poggioreale non c’è una buona assistenza sanitaria”.

Uno dei farmaci usati per uccidere gli anziani

Il Gip Grammatica pur non avendo convalidato il fermo dell’indagato non ritenendo sussistente il pericolo di fuga, atteso che lo stesso Eutizia si è consegnato ai carabinieri, ha emesso un’ordinanza di custodia in carcere per il pericolo di reiterazione dei reati. Se libero, ha scritto il Gip, il badante potrebbe colpire di nuovo come egli stesso ha evidenziato: ”Siamo soddisfatti di questo primo risultato – dicono i difensori – L’indagato si è affidato totalmente al lavoro degli inquirenti, di cui ha la massima fiducia….”.

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