L’omicidio di Marta Di Nardo risale al 12 ottobre 2023. Riconosciuta a Domenico Livrieri la seminfermità mentale e un disturbo antisociale cronico.
Milano – Domenico Livrieri è stato condannato a 25 anni di carcere, più cinque anni da trascorrere in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza), per l’omicidio brutale della vicina di casa Marta Di Nardo, uccisa e smembrata nell’ottobre 2023. La Corte d’Assise di Milano, presieduta da Ilio Mannucci Pacini, ha riconosciuto all’uomo la seminfermità mentale e un “disturbo antisociale cronico”, ma non gli ha risparmiato una pena severa, accogliendo la richiesta del pm Leonardo Lesti. Livrieri dovrà anche risarcire i familiari della vittima con una provvisionale di 20mila euro.
L’omicidio risale al 12 ottobre 2023, nell’appartamento di Marta Di Nardo, 60enne residente in via Pietro da Cortona, nella zona nord-ovest di Milano. Domenico Livrieri, 45 anni, vicino di casa con un passato di problemi psichiatrici, l’avrebbe aggredita e uccisa per motivi ancora poco chiari, forse legati a una disputa banale. Dopo il delitto, l’uomo ha tagliato il corpo in due parti con una sega, nascondendo i resti sopra un soppalco della propria abitazione. Si è poi impossessato del bancomat della vittima, prelevando 70 euro da un distributore vicino. Il cadavere è stato scoperto due settimane dopo, il 26 ottobre, grazie alla segnalazione di un vicino che aveva notato l’assenza prolungata della donna e un odore sospetto. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, guidati dal colonnello Michele Miulli, hanno arrestato Livrieri in flagranza mentre cercava di disfarsi delle prove.
Nel processo, la Corte ha riconosciuto a Livrieri la seminfermità mentale, certificata da una perizia psichiatrica che ha diagnosticato un “disturbo antisociale cronico”. Secondo gli esperti, questa condizione gli avrebbe impedito di comprendere pienamente “il senso del disvalore” del suo gesto, pur non escludendo una certa capacità di intendere e volere. Il pm Lesti, nella requisitoria, aveva chiesto 25 anni di carcere più cinque in Rems, bilanciando le attenuanti della salute mentale con le aggravanti della crudeltà e del movente futile.
I giudici hanno accolto la linea dell’accusa, aggiungendo l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro per i familiari di Marta Di Nardo, assistiti dall’avvocato Maria Teresa Zampogna. La sentenza definitiva sul risarcimento sarà stabilita in sede civile. Domenico Livrieri non era uno sconosciuto alle forze dell’ordine. Nel 2021 era stato arrestato per violenza sessuale e lesioni ai danni di una donna, scontando una pena in carcere. All’epoca, i periti avevano già segnalato la necessità di un collocamento in una Rems, ma la “mancanza di posti disponibili” lo aveva lasciato libero, sotto un regime di cure ambulatoriali che non ha impedito la tragedia.
Questo dettaglio ha riacceso il dibattito sulle carenze del sistema di assistenza psichiatrica in Italia. “Se fosse stato seguito adeguatamente, forse Marta sarebbe ancora viva” ha dichiarato un fratello della vittima fuori dal tribunale. La Procura ha aperto un fascicolo parallelo per verificare eventuali responsabilità amministrative nella gestione del caso.