Ex Ilva: audizioni in Senato. Urso, nei prossimi giorni soluzione per crisi

Slitta al 14 febbraio la ‘deadline’ per presentare le offerte aggiornate per l’acquisizione degli impianti dello stabilimento siderurgico.

Roma – Slitta al 14 febbraio la ‘deadline’ per presentare le offerte aggiornate per l’acquisizione degli impianti dell’ex Ilva, i cui termini originariamente scadevano oggi. Le due settimane in più dovrebbero servire ai pretendenti in corsa per l’intero ‘pacchetto’ di Acciaierie d’Italia – gli indiani di Vulcan Steel, gli azeri di Baku Steel e gli americani del fondo Bedrock – ad aggiustare il tiro sul fronte delle questioni industriale, occupazionale e ambientale. Accanto ai tre player che gareggiano per l’intero gruppo, ci sono anche sette offerenti per i singoli siti: cordata Car Segnaletica Stradale Srl + Monge & C. SpA + Trans Isole Srl, Eusider SpA, cordata Eusider SpA + Marcegaglia Steel SpA + Profilmec SpA, I.M.C. SpA, Marcegaglia Steel SpA, cordata Marcegaglia Steel SpA + Sideralba SpA e Vitali SpA.

“Nei prossimi giorni porteremo a soluzione la crisi dell’Ilva che dura da dieci anni con un altro grande investitore internazionale, che sarà selezionato dai commissari tra i tre che partecipano alla gara, che farà di quel sito siderurgico in poco tempo il più green e il più avanzato d’Europa”, afferma il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, a ’24 Mattino’ su Radio24. I sindacati però continuano a ribadire la necessità di evitare ogni tipo di ipotesi ‘spezzatino’ e a chiedere allo Stato di mantenere una presenza forte all’interno della compagine societaria. Attualmente, il rilancio delle acciaierie tarantine sembra ancora arrancare. La produzione è ferma al suo minimo storico, 2 milioni di tonnellate nel 2024. I pronostici per l’anno nuovo però sembrano un po’ meno foschi: il ministero delle Imprese e del Made in Italy stima, nel 2025, un raddoppio a 4 milioni di tonnellate.

Un miglioramento che però resta ancora molto lontano dagli 8-9 milioni di tonnellate prodotte con la marcia a pieno regime degli altoforni. Il governo ha recentemente dato il via libera all’ennesima iniezione di
liquidità da 250 milioni per sostenere la manutenzione degli impianti. La sottosegretaria al Mimit, Fausta Bergamotto, nel corso di un’interrogazione parlamentare ha tuttavia fatto presente che AdI calcola un passivo di 1.580 milioni (devono essere ancora esaminate domande tardive, già presentate, per 648 milioni, mentre la verifica dei crediti tempestivi di AdI Holding, e quella delle istanze tardive di AdI Spa, sarà a marzo). E il futuro dei lavoratori? Attualmente ci sono circa 3 mila operai cassaintegrati di cui oltre due terzi a Taranto.

In totale gli occupati delle acciaierie sono 10 mila, un numero molto alto che con ogni probabilità verrà ridotto. Lo ha detto in una recente intervista anche l’amministratore delegato di Jindal, illustrando il piano da 2 miliardi – l’unico attualmente noto – che la multinazionale indiana avrebbe presentato per l’asset Ilva. Nel frattempo prendono il via nel pomeriggio di martedì 4 febbraio le audizioni in IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare – cui il provvedimento è stato assegnato lo scorso 28 gennaio – in merito al ddl 1359 inerente la continuità produttiva e occupazionale dell’ex Ilva.

Ad essere auditi nella giornata di oggi saranno i commissari straordinari di Ilva; i commissari straordinari di Acciaierie d’Italia; i rappresentanti di Casartigiani, CNA e Confartigianato, di Federacciai, di Confapi; l’ AIGI – Associazione indotto AdI e general industries; Confimi industria; Confindustria Taranto; i sindacati FIOM-CGIL, FIM-CISL, UGL Metalmeccanici, UILM e USB. Ne dà notizia il presidente della IX Commissione, il senatore Luca De Carlo.

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