Un viaggio di piacere che ben presto si è trasformato in una sorta di odissea per una coppia di giovani pensionati coraggiosi che hanno saputo cavarsela alla grande.
Trecastagni – La cittadina pedemontana dei Tre Casti Agnelli (santi Alfio, Filadelfio e Cirino da cui il nome) in provincia di Catania, è un località turistica ai piedi dell’Etna assai frequentata e dove sapori e profumi sono ancora quelli millenari. E mentre il vulcano si tinge di rosso all’imbrunire, in un bellissimo giardino, tra pini e coloratissime maioliche siciliane, mi accoglie con un grande sorriso la padrona di casa, Rosetta Sciacca con Francesco, il suo compagno. Noi di Pop ne approfittiamo subito per sparare la prima domanda:
Pop – Rosetta come inizia la vostra incredibile vacanza?
Per festeggiare il pensionamento del mio compagno, siamo partiti il 23 febbraio scorso per una vacanza nel sud della Spagna e dopo aver raggiunto Barcellona-Valencia, siamo arrivati a Granada. Giunti a Marbeja, abbiamo pensato di trascorrere 10 giorni alle Canarie. Era già marzo e sapevamo dalle notizie allarmanti che arrivavano da tutto il mondo che il 9 marzo, in Italia, si chiudevano le frontiere. Arrivati sul posto abbiamo cercato un alloggio più a lungo termine, perché avevamo intuito che le autorità sanitarie, assieme al governo spagnolo, come del resto in tutta Europa, potevano bloccare l’espatrio dalle Canarie.
Avevamo un volo di rientro in Italia prenotato per il 23 marzo ma, come temevamo, ci fu subito comunicato che non ne potevamo usufruire considerata la grave situazione venutasi a creare. Non eravamo ancora allarmati più di tanto, il mare e il clima vacanziero, ci rendevano abbastanza rilassati. Abbiamo cercato di spostare il volo ad aprile ma anche quest’ultima prenotazione c’era stata annullata. Arrivammo così al mese di maggio. Dopo aver trovato un ulteriore alloggio in Gran Canaria ci comunicarono che gli italiani potevano rientrare in patria con voli della compagnia Neos.
POP – Il nostro ministero degli Esteri, tramite ambasciate e consolati, vi ha sostenuto?
Nessun sostegno. Ecco il motivo della nostra paura. C’eravamo messi in contatto con il referente della Farnesina, il quale ci comunicò il giorno del volo e che ci avrebbero fatti atterrare solo a Malpensa o Roma Fiumicino. Il costo del volo era stabilito in 390 euro. Non ce la siamo sentita di prenderlo “al volo’’ poiché, riflettendo, ci siamo chiesti perchè rimanere a Milano in quarantena considerato che non potevamo raggiungere comunque la Sicilia? Nel giro di 10 minuti, però, cambiavamo idea pensando che era comunque meglio raggiungere l’Italia ma quando c’eravamo decisi a comprare il biglietto i posti erano ormai tutti esauriti. Così siamo rimasti sull’isola tutto il mese di maggio, abbastanza preoccupati per le notizie non confortanti che arrivavamo in specie dalla Sicilia.
POP – A parte il danno economico ma moralmente come vi sentivate?
Ormai era sopraggiunta l’angoscia. Ci sentivamo sequestrati anche se in una bellissima isola. Ma che a quel punto bella o no era la stessa cosa. Nulla era più come prima. Nei giorni successivi decidevamo di acquistare due biglietti con la Compagnia KML. Il 9 giugno ci annullarono il primo volo, posticipandolo al 21 dello stesso mese, con il seguente itinerario: Gran Canaria-Amsterdam, pernottamento con bivacco in aeroporto, quindi Amsterdam-Roma, Roma-Catania. Il disagio ve lo lascio immaginare.
POP – Una volta imbarcati siete stati assistiti dal personale di bordo? Sono state rispettate le direttive sanitarie in materia di distanziamento sociale e protezione individuale?
L’aereo era del tutto occupato da italiani nei suoi 280 posti senza alcun distanziamento sociale. La nostra vacanza, che si doveva concludere nel giro di 20 giorni, è durata 4 mesi e, nel bene e nel male, da pensionati ci siamo adattati. Siamo rimasti in casa, uscivamo solo per fare la spesa. I controlli erano rigidissimi e ci dispiaceva vedere il mare e la piscina davanti a noi e restare chiusi in casa. Ma abbiamo capito che era emergenza in tutto il mondo.
L’angoscia si è impadronita di noi quando abbiamo compreso che da quell’isola non c’era possibilità di toccare la terra ferma, specialmente nell’ultimo mese, per il continuo annullamento dei voli e dei trasferimenti via mare. Qualcuno aveva pensato di raggiungere a nuoto la terra ferma ma erano solo pensieri dettati dalla disperazione che, nell’ultimo mese, era più dura da superare.
POP – Alla luce di quanto vi è accaduto, da quello che avete visto e sentito, che idea vi siete fatti della pandemia?
Io penso che sia avvenuta una selezione. C’ è sempre stata, nel tempo. La storia ce lo insegna. Però ci auguriamo che non si ripeta, perché con un’altra chiusura come quella subita l’Italia potrebbe non rialzarsi più. Si morirà ma di solitudine e di fame. E allora meglio morire di virus, dopo una certa età. Bisogna viverla, la vita, per quello che sarà ancora. Ma noi siamo di quella generazione fatta col fil di ferro. Abbiamo affrontato tante catastrofi dunque anche stavolta faremo tutto quello che serve per rendere innocuo il virus. Per uscirne vincitori, come se fosse un banale raffreddore.