Nave di Emergency recupera due corpi senza vita nelle acque al largo della Libia

L’avanzato stato di decomposizione, come riferito da Umberto Marzi, medico a bordo della Life Support, suggerisce che fossero in mare da almeno una settimana.

Roma – La nave Life Support dell’ONG Emergency ha recuperato due corpi senza vita alla deriva in acque internazionali della zona SAR (Search and Rescue) libica. L’allarme era stato lanciato giovedì 26 giugno da Sea-Watch, il cui velivolo Seabird aveva individuato sei corpi in mare, di cui uno filmato, durante un sorvolo nella stessa area.

Il recupero dei due corpi è avvenuto nel tardo pomeriggio di ieri, in acque internazionali sotto la responsabilità della zona SAR libica. L’avanzato stato di decomposizione dei corpi, come riferito da Umberto Marzi, medico a bordo della Life Support, suggerisce che fossero in mare da almeno una settimana. Questo ha reso impossibile determinare immediatamente il sesso o altri dettagli identificativi. La nave di Emergency, dopo aver completato il recupero, ha ricevuto l’indicazione dalle autorità italiane di dirigersi verso il porto di Augusta, in Sicilia, dove è previsto l’arrivo delle salme intorno alle 12 di domani.

Anabel Montes Mier, capomissione della Life Support, ha espresso profondo dolore per l’episodio: “Siamo in mare per salvare vite, è davvero doloroso dover invece recuperare cadaveri”. La capomissione ha avanzato alcune ipotesi sulla tragedia: potrebbe trattarsi di un naufragio non segnalato, di un caso di distress ignorato per giorni o di un’intercettazione da parte della cosiddetta Guardia costiera libica, che potrebbe aver spinto alcune persone a buttarsi in mare per evitare il ritorno forzato in Libia.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa