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Ecoansia? La nuova malattia dei giovani

Fra i vari tipi di ansia esistenti quella determinata dal clima non si sapeva nemmeno che esistesse. Invece c’è ed è anche piuttosto grave. Ma i rimedi esistono.

Roma – Il termine è diventato familiare durante il Giffoni Film Festival –il più prestigioso festival del cinema per ragazzi che si svolge ogni anno, nel mese di luglio, a Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno, Campania- quando una ragazza ha manifestato le sue preoccupazioni sull’emergenza climatica, tra copiose lacrime, al ministro dell’ambiente Pichetto Fratin, che si commosse a sua volta. Ma se le lacrime della ragazza hanno rigato il suo viso in maniera spontanea, quelle del ministro sono sembrate artefatte, retoriche, da attore navigato. Anche se il cambiamento climatico viene costantemente sminuito da una parte dei mass media, la realtà è quella che è e non si può negarla.

Sono gli insoliti, violenti ed estremi cambiamenti del clima che incutono timore, soprattutto tra i giovani. Si sta, infatti, diffondendo tra loro una sorta di eco ansia, un fenomeno sconosciuto fino a qualche anno fa. Caldo torrido, siccità, afa e poi piogge torrenziali, grandinate fuori misura, trombe d’aria sempre più frequenti è il copione che si ripete sempre più spesso, peggiorando lo spettacolo. Ed è proprio per gli effetti di questi avvenimenti che si è prodotta l’eco ansia, una reazione alla consapevolezza che il clima sta cambiando in peggio. E’ la paura permanente, ormai, strettamente legata alle sorti del pianeta.

Stress ambientale e solastalgia

Le persone più giovani e quelle più sensibili alle tematiche ambientali sono vittime di varie forme di stress. Sono vari e consueti sintomi quali nervosismo, crisi d’ansia per non saper tenere sotto controllo le paure e “solastalgia”. Si tratta di un neologismo, nato dalla combinazione della parola latina “solacium” e della radice greca “algia”, che tratteggia una forma di disagio emotivo o esistenziale provocato dal cambiamento ambientale. Viene descritto come l’esperienza vissuta di un cambiamento ambientale percepito negativamente. Lo stato d’animo è contrassegnato da nostalgia, sensazione di vuoto, disturbi del sonno, depressione e aggressività.

Questi effetti vengono vissuti, soprattutto, quando si è assistito ad eventi naturali sconvolgenti. In uno stato d’animo del genere, si comincia ad avere prospettive negative per la propria vita. Si possono prendere, infatti, decisioni drastiche, come il decidere di non fare figli perché insostenibili per le risorse del pianeta. Poteva mancare il “pronto soccorso del sapere” della psicologia? Certo che no! Eccola pronta, infatti, a dispensare i suoi suggerimenti. Innanzitutto, bisogna avere un atteggiamento positivo e condurre uno stile di vita sostenibile. La raccolta differenziata è una manifestazione di avvedutezza nei confronti dell’esigenze ambientali. Un altro modo è il sostegno alle organizzazioni che praticano attività per la protezione ambientale. Inoltre, diminuire l’uso di energia e risorse con il ricorso a quelle rinnovabili, così come gli sprechi, ad esempio con l’utilizzo di maggiori oggetti riciclati.

Quando L’ansia elevata richiede aiuto professionale

Infine fare proselitismo tra gli amici e i parenti. Quando il livello d’ansia, però, raggiunge livelli parossistici, meglio rivolgersi ad un professionista del settore. Ora, un antica canzone partenopea così recita: “Non ci voleva la zingara per indovinare l’avvenire” Nel nostro caso, non c’era bisogno dell’intervento di una pur nobile scienza come la psicologia, per stilare un elenco di buoni comportamenti, che sono affissi in qualsiasi comune d’Italia. Solo che i consigli non sempre vengono attuati o molto poco. Infine, una classe dirigente avveduta non avrebbe dovuto aspettare che l’eco ansia si sarebbe diffusa ai livelli attuali. I segnali erano evidenti da un bel po’ e si poteva intervenire, almeno, per limitare i danni. Invece i nostri decisori politici si sono dimostrati avventati e sconsiderati e adesso si versano lacrime amare. Ma per molti, sono lacrime di coccodrillo!

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