L’ex segretario di Stato americano aveva 100 anni. Giocò un ruolo di primo piano nella politica americana determinandone il corso nei numerosi conflitti del Dopoguerra.
Henry Kissinger è morto. L’ex segretario di Stato americano si è spento nella sua casa in Connecticut. Aveva compiuto 100 anni a maggio. Kissinger esercitò un potere senza pari sulla politica estera degli Stati Uniti negli anni 70, durante le amministrazioni dei presidenti Richard M. Nixon e Gerald Ford, e nei decenni successivi, in veste di consulente e scrittore, continuò a influenzare in maniera determinante la politica statunitense e mondiale.
Di lui si ricorda una celebre e discussa frase, “il potere è il massimo afrodisiaco”, eredità del machiavellico statista considerato da alcuni un genio diplomatico e da moltissimi un autentico genio del male. Enormi le sue responsabilità in gran parte dei conflitti combattuti nel Dopoguerra e sul devastante impatto che ebbero sulle popolazioni civili inermi.
Una recente inchiesta giornalistica, come riporta anche Altreconomia, lo ha inchiodato, con documenti declassificati e testimonianze inedite dei sopravvissuti, per i bombardamenti a tappeto e i massacri compiuti dall’esercito americano in Cambogia tra il 1969 e il 1973 (le famigerate Operazioni Menu e Freedom Deal). Il lavoro, pubblicato su The Intercept a fiirma di Nick Turse e basato sulle testimonianze dei sopravvissuti e documenti precedentemente secretati, ha mostrato come Kissinger, all’epoca consigliere alla sicurezza nazionale sotto il presidente Nixon, avrebbe approvato una serie di incursioni sia aeree sia terrestri contro i villaggi cambogiani confinanti con la parte Sud del Vietnam. “Dal 1965 al 1973 sono state effettuate più di 231mila bombardamenti sulla Cambogia. Tra il 1969 e il 1973, mentre Kissinger era consigliere per la sicurezza, gli aerei statunitensi hanno sganciato 500mila o più tonnellate di munizioni. Pari a circa tre volte quanto impegnato nei bombardamenti contro il Giappone nella Seconda Guerra mondiale”, spiega l’inchiesta.
Nonostante tutto ciò e molto altro, la fama e il successo di Kissinger non sono mai state intaccate e non è mai stato chiamato a risponderne in tribunale. “Nei decenni successivi ha continuato a fornire consulenza ai presidenti degli Stati Uniti, da ultimo a Donald Trump, ha fatto parte di numerosi comitati consultivi aziendali e governativi e ha scritto una piccola biblioteca di bestseller sulla storia e la diplomazia”, ricorda The Intercept. L’impunità dei “massacri contro i civili” compiuti dalle forze armate e dal governo Usa nel Sud-Est asiatico ha avuto forti ripercussioni anche nella gestione delle moderne operazioni militari in Iraq, Afghanistan, Siria e Somalia. “Si può tracciare una linea che va dal bombardamento della Cambogia a oggi -ha spiegato Greg Grandin, professore di Storia all’Università di Yale e autore del libro ‘Kissinger’s Shadow’-. Le giustificazioni per il bombardamento illegale e segreto della Cambogia sono diventate il quadro di riferimento per la normalizzazione degli attacchi con i droni e della guerra continua. È una perfetta espressione del cerchio ininterrotto del militarismo americano”.
Vero e proprio presidente ombra, negli anni Kissinger concentrò nelle sue mani ogni negoziato, rendendo di fatto superfluo il lavoro della rete diplomatica: dalla prima distensione verso l’Urss al disgelo con la Cina, culminato nel viaggio di Nixon a Pechino. Gli accordi di Parigi per il cessate il fuoco in Vietnam dopo quasi 60 mila morti Usa gli valsero nel 1973 un controverso premio Nobel per la Pace: due giurati si dimisero per protesta.