Si riaccendendo i timori di una mano criminale sul litorale romano, già segnato da indagini come “Mafia Capitale” e dalla lotta al clan Spada.
Ostia (Roma) – Un’ombra inquietante torna ad allungarsi sul litorale di Ostia, dove la criminalità sembra riaffermare la sua presenza con due incendi che, nel giro di poche ore, hanno devastato le cabine degli stabilimenti balneari Le Dune e Belsito. I roghi, scoppiati ieri riportano alla memoria le indagini su “Mafia Capitale” e gli scontri per smantellare il predominio del clan Spada, in un territorio da anni al centro di tensioni legate alla gestione delle concessioni balneari e alla resistenza contro la direttiva Bolkestein.
Il primo incendio è divampato intorno alle 15.30 al Le Dune Beach Resort, sul Lungomare Caio Duilio, uno degli stabilimenti più noti e frequentati di Ostia. Sei cabine in legno sono state ridotte in cenere, ma il tempestivo intervento dei vigili del fuoco, supportati dalla polizia, ha evitato che le fiamme si propagassero ulteriormente. Renato Papagni, proprietario e già presidente di Federbalneari, è una figura di spicco nella battaglia contro la liberalizzazione delle licenze, che la direttiva Bolkestein impone attraverso gare pubbliche. La sua concessione, una delle poche ancora valida fino al 2027, lo distingue in un panorama bloccato da ricorsi al Tar e contro-ricorsi al Consiglio di Stato.
Poche ore dopo, verso le 20, un secondo rogo ha colpito il Belsito, in Piazza Sirio, gestito da Edoardo Moscara, leader di Sib Confcommercio e altro baluardo della protesta contro le riforme europee. Qui le fiamme hanno distrutto due cabine con patio, mentre fumo e odore acre invadevano gli appartamenti vicini, allarmando residenti e bagnanti ancora presenti. Anche in questo caso, l’intervento rapido dei vigili del fuoco ha contenuto i danni, ma la coincidenza temporale e il profilo dei titolari alimentano i sospetti.
La polizia ha avviato indagini a 360 gradi, senza escludere la pista dolosa. Gli incendi arrivano in un contesto di forte tensione: Papagni e Moscara sono da anni in prima linea contro la Bolkestein, che minaccia di rivoluzionare il sistema delle concessioni, aprendo le spiagge a gare pubbliche a partire dal 2025. Una battaglia che ha visto i balneari scontrarsi con il Campidoglio e le istituzioni, tra ricorsi legali e accuse di protezionismo. Ostia, già segnata da atti intimidatori e dalla presenza di clan come gli Spada, potrebbe essere nuovamente teatro di una guerra sotterranea per il controllo del litorale.