Donne sempre più preda delle guerre e dimenticate dagli accordi di pace

Nel 2022 su 18 accordi solo 6 contenevano disposizioni per donne o ragazze e solo uno, in Sud Sudan, è stato ratificato da un’organizzazione femminile.

Roma – Lo stupro come arma di guerra. Sin da quando è nato l’uomo, le guerre sembrano… prediligere donne, vecchi e bambini, oltre a lasciare distruzione e macerie. Sulle prime ogni esercito ha utilizzato lo stupro come arma di guerra. Un sopruso per mostrare ferocia, annullando la dignità delle vittime. Nelle scorse settimane è scoppiato l’ennesimo conflitto tra Israeliani e Palestinesi, con l’attacco di Hamas, un’organizzazione politica e paramilitare palestinese islamista, il 7 ottobre scorso, contro Israele, uccidendo migliaia di civili e prendendo decine di ostaggi. Israele ha risposto all’attacco, entrando nella striscia di Gaza, con l’offensiva denominata “operazione Spade di Ferro”.

Ebbene, il Fondo dell’ONU per il supporto delle popolazioni in crisi UNFPA (United Nations Fund for Population Activities), la cui missione attuale è “Contribuire a creare un mondo dove ogni gravidanza sia desiderata, ogni nascita protetta e dove ogni giovane possa sviluppare il proprio potenziale”, ha espresso molte preoccupazioni sui pericoli per le donne palestinesi. Le cifre ne indicano 123 mila incinte, di cui 50 mila nella striscia di Gaza, sotto il peso delle bombe lanciate nelle ultime settimane. Come hanno dichiarato gli esperti del Fondo: “Gli abusi che donne e ragazze subiscono nei conflitti armati possono assumere varie forme, come lo stupro, la schiavitù sessuale e la prostituzione forzata. Le donne rifugiate rimangono vulnerabili alla violenza e allo sfruttamento durante la fuga, così come nei Paesi di asilo e durante il rimpatrio”. Un nuovo rapporto dell’ONU indica in più di 600 milioni le donne e le ragazze, nell’anno 2022 residenti in zone di conflitto, una crescita del 50% rispetto al 2017.

Lo stupro è ancora un’arma di guerra

Numeri che testimoniano la catastrofe che si è abbattuta su di loro. Come ha sottolineato il rapporto, sono in aumento sia i civili che hanno bisogno di aiuti umanitari, sia le spese militari dei Paesi. Si parla di una cifra iperbolica, superiore ai 2,2 trilioni di dollari nel 2022. I conflitti armati sembrano non arrestarsi e con essi le violenze di genere. In Afghanistan, l’87% delle donne è stata vittima di violenza di genere e il 62% ha subito danni psicologici, fisici e sessuali. Inoltre, con la riconquista del potere da parte dei Talebani, quei pochi diritti che avevano conquistato, come quello dell’accesso all’istruzione, sono stati aboliti. Malgrado lo stupro di guerra sia bandito, in quanto crimine contro l’umanità, continua ad essere usato come arma contro una moltitudine di donne, ragazze, bambine, sfollate, sole e prive di qualsiasi tipo di protezione.

Secondo l’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati, il 50% di essi è costituito da donne e bambine in condizioni di forte vulnerabilità, a cui vengono negate la cura e la salute riproduttiva. Un altro aspetto emerso è la completa assenza della presenza femminile dai processi di pace. Spesso non considerate, dimenticate, vittime di una sorta di oblio. Ad esempio nel 2022 sono stati raggiunti 18 accordi di pace. Ebbene, solo sei riguardavano specifiche disposizioni per le donne o le ragazze e solo uno, quella della guerra civile in Sud Sudan è stato ratificato da un’organizzazione femminile locale.

Nelle guerre moderne è più pericoloso essere donne che soldati

Secondo “UN Women” -ente dell’ONU per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, per il quale l’uguaglianza di genere è un diritto umano e il rafforzamento della posizione femminile influisce positivamente sull’economia e la produttività- per invertire la rotta bisogna investire nelle organizzazioni femminile in tempo di guerra per fare crescere la loro partecipazione ai processi di pace e l’utilizzo di strumenti per la protezione delle donne nei Paesi nei Paesi vittimi di conflitti bellici. Ma mentre le buone intenzioni e le belle parole si disperdono nel vento, si ripete sempre la stessa brutale storia: guerre, morte e distruzione! A quando la parola fine!

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