Quasi trecento mezzi agricoli hanno risposto alla mobilitazione lanciata dall’imprenditore presidente di Seed Italia: “Giornata straordinaria”.
Mortara – Dalle prime ore del mattino centinaia di trattori hanno invaso pacificamente Mortara e il suo centro per ribadire le ragioni di una mobilitazione nazionale che la categoria non intende lasciar cadere dopo le prime concessioni ottenute dal governo Meloni.
Erano quasi trecento i mezzi pesanti che si sono dati appuntamento nel centro della Lomellina, bardati di bandiere tricolori e cartelli con le parole d’ordine della protesta, giunti dall’Oltrepò, da Vercelli, Novara e dall’Alessandrino. Alla guida dei mastodontici e moderni mezzi agricoli molte donne, giovani e giovanissimi agricoltori, nuove e nuovissime generazioni già pronte a raccogliere il testimone dei padri, e per questo convinte più che mai a combattere questa battaglia decisiva per la sopravvivenza dell’intero settore e del made in Italy.
In mattinata il colorato e chiassoso corteo di trattori ha percorso il centro di Mortara, accompagnato dagli applausi della cittadinanza. Nel primo pomeriggio gli interventi dei rappresentanti agricoli, introdotti da Carlo Besostri, presidente di SEED Italia, candidato alle Europee con la Lega per Salvini e organizzatore della mobilitazione, che ha sottolineato la necessità di mantenere alto il livello della protesta: “Sono davvero felice di vedere che tutto il territorio ha recepito il nostro messaggio. Quello che ci è stato concesso a Roma è soltanto una goccia nel mare rispetto alle nostre necessità. Vogliamo tutelare il futuro del settore e insieme quello del made in Italy, a garanzia dei consumatori. La lotta sarà lunga e difficile, ma giornate come quella di oggi ci fanno capire che la vittoria è possibile, perché non soltanto la categoria è compatta, ma i cittadini stanno dalla nostra parte”.
La protesta nei prossimi giorni si sposterà verso Milano dove gli agricoltori presenteranno un documento programmatico alla Regione Lombardia.
“Oggi ho visto tantissimi agricoltori, giunti da Novara, Vercelli, Pavia, e voglio ringraziare ognuno di loro per la disponibilità offerta alla causa, per la tenacia che dimostrano da settimane, sono sicuro che la nostra lotta proseguirà compatta finché non avremo ottenuto quello che davvero garantirà il nostro futuro, – prosegue Besostri – che poi è quello di tutti gli italiani, che mangiano i nostri prodotti e vogliono continuare a consumare il made in Italy”.
La mobilitazione di Mortara è andata ben oltre le aspettative dello stesso candidato della Lega, dimostrando se ce ne fosse ancora bisogno che agli agricoltori non bastano le timide concessioni del governo Meloni. “I problemi rimangono, la protesta continua, d’altronde – rincara Besostri – in queste condizioni è impossibile andare avanti. Servono garanzie immediate e maggiori tutele dagli eventi climatici estremi, dal caro energia, dalle epidemie come l’aviaria ed altre, e dalla concorrenza sleale del resto del mondo. Tutti sappiamo – aggiunge l’imprenditore – che il costo delle materie prime e dei carburanti aumentano di giorno in giorno mentre i prodotti finiscono sul mercato allo stesso prezzo ormai da troppi anni. Gli agricoltori italiani, oltre a condividere le istanze dei colleghi europei, chiedono una maggiore protezione del Made in Italy e lotta senza quartiere alle speculazioni…”.
E se gli agricoltori italiani danno ancora battaglia a Roma, con Bruxelles invece è guerra. “Tra le tante richieste c’è lo stop alla carne sintetica – rileva Besostri – e l’Italia ha fatto da capofila e animato una maggioranza di 17 nazioni che sta appoggiando la nostra posizione, e dice insieme a noi che la carne sintetica, la carne prodotta in laboratorio, è una minaccia dal punto di vista etico, sociale, ambientale e per la salute”. Non solo: “A difesa del settore serve un blocco europeo al cibo a base cellulare prodotto in laboratorio. Su questo ci batteremo per una legge europea”.
E ancora, occorre “un cambio di passo sulla Politica Agricola Comunitaria, che preveda più semplificazione nell’erogazione degli aiuti, il no ai tagli finanziari, lo stop agli aiuti per non produrre, un maggior sostegno ai giovani e continuare a incentivare le filiere 100% italiane. Il progetto SEED ha investito sulla sostenibilità come valore fondamentale. Abbiamo puntato sull’energia pulita – racconta Besostri -, installando pannelli fotovoltaici e costruendo una centrale a biomassa. Quest’ultima è alimentata con sottoprodotti agricoli e scarti di lavorazione del legno, contribuendo così a ridurre l’impatto ambientale. Anche i prodotti devono essere ‘puliti’ e sicuri”. Da Roma a Milano, passando per giornate come quelle di oggi a Mortara che funzionano da ulteriore propellente alla protesta. Poi in direzione Bruxelles: i trattori non mollano. Mai.