Diatriba fra parte civile e difesa: chi altri potrebbe avere ucciso Alice?

Per la difesa la pista che portava a Gaaloul è stata presa per buona troppo frettolosamente mentre per la parte civile non c’è nessun’altra persona coinvolta nell’omicidio.

CONCORDIA SULLA SECCHIA (Modena) – Diametralmente opposte le posizioni di accusa, parte civile e difesa nel processo a carico di Mohamed Gaaloul, 30 anni, il tunisino accusato della morte di Alice Neri, 32 anni, mamma di una bambina, ritrovata carbonizzata all’interno della sua Ford Fiesta il 18 novembre 2022. La vittima era stata uccisa a coltellate dopo un tentativo di stupro dunque bruciata dentro la vettura nelle campagne di Fossa, frazione di Concordia sulla Secchia, nel Modenese.

Alice Neri

Nell’ultima udienza la difesa dell’imputato, rappresentata dall’avvocato Roberto Ghini, ha evidenziato che la scena del crimine sarebbe stata “inquinata” e all’interno dell’area circoscritta sarebbe rimasto materiale non repertato dagli investigatori come una seconda tanica. Il penalista, durante il controesame di un sottufficiale addetto ai rilievi in zona, aveva già sottolineato come le procedure previste in questi casi non sempre verrebbero rispettate e che, nel caso in specie, alcuni detective non avrebbero indossato gli obbligatori dispositivi di protezione per non lasciare tracce personali in loco.

Il militare, dal canto suo, ha rammentato in aula il ritrovamento di un mozzicone di sigaretta contenente il Dna di Gaaloul e di una delle due spalline del reggiseno della vittima, rinvenuti sulla scena del crimine e regolarmente depositati mentre il dragaggio dei laghetti vicini al ritrovamento della salma carbonizzata non sarebbe stato effettuato, almeno sulle prime, come non sarebbero stati fatti gli scavi nel perimetro dell’area interessata dall’omicidio. Sempre a dire della difesa di Gaaloul, che deve rispondere di omicidio volontario e distruzione di cadavere, nelle campagne di Fossa sarebbero state presenti altre autovetture di passaggio nella notte tra il 17 ed il 18 novembre di due anni fa, in ore compatibili con il delitto, su cui non si sarebbe fatta alcuna verifica.

Le campagne di Fossa dove è stata rinvenuta l’auto ed il cadavere della donna

Su due automobili, ma su una in particolare, sempre a sentire l’avvocato Ghini, nonostante fosse stato richiesto non sarebbe stato effettuato alcun controllo ma pare che l’autista al volante del mezzo sia stato sentito e rilasciato perché estraneo ai fatti. La parte civile non ci sta:

È stata smontata l’ipotesi difensiva di un’altra persona che poteva avere incrociato Alice nelle prime ore del 18 – ha dichiarato l’avvocato Cosimo Zaccaria, che rappresenta la famiglia della vittima – Gli atti del processo e le testimonianze hanno dimostrato un alibi perfetto di questa persona che nulla ha a che vedere con Alice. Io guarderei i dati oggettivi emersi: la sigaretta usata a fianco alla vettura di Alice Neri, con il Dna del signor Gaaloul ed è stato dimostrato che la signora Alice Neri non era incinta: una settimana prima aveva avuto il ciclo. Questo è importante perché riabilita la vittima. E qualcuno deve scuse alla sua memoria e alla famiglia“.

Per la difesa il cerchio intorno a Gaaloul si sarebbe chiuso troppo frettolosamente:” Ci sono tematiche che meritano di essere approfondite – ha aggiunto l’avvocato Ghini e altre che avrebbero dovuto essere approfondite in fase di indagini. Continuiamo a essere convinti che c’è stata troppa urgenza nel voler chiudere questa inchiesta e nel concentrarsi sull’unica pista che portava a Gaaloul. E che questo possa aver comportato purtroppo una perdita definitiva di elementi per provare e individuare il vero responsabile…”.

Mohamed Gaaloul

Nella penultima udienza prima della pausa estiva, il luogotenente dei carabinieri Emidio D’Agostino, del Nucleo Investigativo di Modena, davanti alla Corte aveva ricostruito in maniera precisa e puntuale tutti i movimenti di Gaaloul, nella notte tra il 17 e il 18 novembre del 2022, dall’arrivo dell’uomo allo Smart Cafè di Concordia sino all’avvicinamento dell’imputato all’auto della vittima che stava per partire dal parcheggio.

Il sottufficiale indicava per le ore 3.40 l’orario in cui l’auto della vittima si sarebbe messa in movimento citando la telefonata intercorsa, il 10 dicembre 2022, fra l’uomo e la giornalista Stefania Piscitello, della Gazzetta di Modena, per dimostrare l’esatto orario in cui Gaaloul sarebbe stato in auto con Alice Neri, a cui avrebbe chiesto un passaggio. Il tunisino dirà alla cronista di essere salito a bordo di un’auto che aveva alla guida una ragazza bionda ma di non conoscere la Neri, e di non sapere che poi era morta.

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