L’uomo, di origine marocchina, aveva già aggredito il personale. Il 28 giugno sit-in di protesta del Sappe a Cagliari.
Sassari – Un detenuto, un 31enne di origine marocchina si è cosparso il corpo di alcool e si è dato fuoco ieri notte nel carcere di Bancali, a Sassari. Ustionati e contusi anche alcuni agenti di Polizia penitenziaria intervenuti per salvare l’uomo, ora ricoverato nel centro ustionati dell’ospedale Santissima Annunziata. A darne notizia è Antonio Cannas, delegato per la Sardegna del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.
“E’ un soggetto assai complicato, che due settimane fa si era reso responsabile di aggressione al personale scagliando loro addosso un estintore – spiega il sindacalista – e rapportato più volte per comportamenti aggressivi e autolesionismo. Ora speriamo che i colleghi ustionati e contusi si riprendano quanto prima. A loro va la nostra solidarietà”.
Intanto il Sappe, insieme con altre organizzazioni sindacali di Bancali, il 28 giugno organizzerà un sit-in di protesta a Cagliari, davanti alla sede del Prap: “Torneremo a sollecitare l’intervento del Ministero della Giustizia e degli organi nazionali dell’Amministrazione Penitenziaria sulle criticità di Bancali, note a tutti in termini di lavoro, delle relazioni sindacali e della sicurezza interna. Qui ci vogliono provvedimenti concreti, in grado di ripristinare legalità e sicurezza per i poliziotti penitenziari, lasciati allo sbando ed alla deriva”, conclude Cannas.
Pieno sostegno alla protesta della Polizia penitenziaria di Sassari arriva da Donato Capece, segretario generale del Sappe: “come Segreteria Generale del Sappe ci attiveremo presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché le giuste proteste delle colleghe e dei colleghi di Sassari e di tutta la Regione trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Auspichiamo che i vertici del Dap e del Provveditorato regionale penitenziario di Cagliari intervengano con celerità e si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere”.