DELIA – Quello dei fratelli Calogero e Filippo La Monaca è stato un delitto d’impeto. È quanto emerge dall’autopsia che ha chiarito la causa della morte dei due settantenni di Canicattì, in provincia di Agrigento, trovati uccisi a cento metri di distanza l’uno dall’altro in contrada Deliella, nel Comune di Delia, in provincia di Caltanissetta. I due fratelli di 76 e 74 anni sono stati ammazzati con grosse pietre, una è stata trovata sul luogo del delitto. Su i corpi non nono state trovate ferite d’arma bianca o da fuoco.
Calogero La Monaca, con un passato di assessore comunale a Canicattì, è stato trovato con la testa fracassata all’interno di una cascina, Filippo, invece, era sotto un vecchio fuoristrada dato alle fiamme. Quasi impossibile il riconoscimento di quest’ultimo per il quale, ancora, manca l’ufficialità della triste incombenza che sarà data dalla comparazione delle impronte digitali. Gli inquirenti sembrano escludere che quella dei La Monaca possa essere stata un’esecuzione di stampo mafioso, com’era accaduto per il fratello Antonio ucciso nel 1990 all’inizio della guerra fra “cosa nostra” e “stidda” per l’egemonia sul territorio. Con il coordinamento dei sostituti procuratori Nadia Caruso e Stefano Strino, i carabinieri nel nucleo investigativo del Comando provinciale di Caltanissetta continuano ad indagare non tralasciando nessuna pista. La più plausibile sembra ricondurre a un movente di tipo economico che potrebbe essere legato a problemi con i lavoratori impiegati nelle campagne ma non si esclude una lite tra confinanti. In questi giorni gli inquirenti hanno ascoltato diverse persone e non è detto che nelle prossime ore non si possa giungere ad una svolta nelle indagini.