Decreto “primo maggio”, verso bonus tredicesima e deduzioni per chi assume

Fra la novità più costose, l’agevolazione definita “un’indennità” fino a 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro.

Roma – Bonus sulle tredicesime per i lavoratori a basso reddito e sgravi per le aziende che assumono, soprattutto al Sud: prendono forma le misure che il governo vorrebbe mettere infatti in campo per dare sostegno ai lavoratori. Si chiama infatti decreto “primo maggio”. Finiranno tutte sul tavolo del Consiglio dei ministri in programma domani, 30 aprile, proprio alla viglia della Festa dei lavoratori. All’esame del Cdm anche l’attesa riforma dei fondi di coesione che promette di migliorare l’assorbimento delle risorse europee, un terreno molto accidentato per l’Italia che è agli ultimi posti in Europa per spesa effettiva.

La misura, parte della delega fiscale approvata la scorsa estate, avrebbe un orizzonte temporale di un anno, in attesa dell’introduzione di un regime fiscale strutturale sostitutivo sulle tredicesime. Al Mef spetterebbe poi il compito di definire l’ammontare del bonus entro il 15 novembre contando su dati certi per le coperture, in particolare dal concordato biennale per le partite Iva. In virtù del peso sul casse dello Stato, un’altra bozza prevedeva invece un incremento fino a 80 euro, da corrispondere nella tredicesima, del bonus già previsto per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 15mila euro, senza specifiche sul nucleo familiare.

Fra la novità più costose c’è l’agevolazione che nell’ultima bozza veniva definita “un’indennità” fino a 100 euro ai lavoratori dipendenti con reddito fino a 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio a carico. I sindacati sono contrariati per la mancanza di una vera e propria trattativa. I nuovi interventi saranno prima illustrati ai sindacati, convocati oggi a Palazzo Chigi per ascoltare le novità proprio dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una riedizione del “decreto 1 maggio” dello scorso anno, il provvedimento che sostituì il reddito di cittadinanza con quello di inclusione, scatenando l’ira delle sigle.

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email
Stampa