Il governatore campano interviene sulle inchieste tra Puglia e Piemonte: “Non puoi controllare tutto, ma no a immagine di totale malvivenza”.
Napoli – “Non è tollerabile che si trasmetta un’immagine generalizzata di malvivenza. Ovviamente non puoi controllare tutto, puoi avere a che fare con qualche farabutto, anche Gesù Cristo aveva tra i suoi amici un traditore, tale Giuda Escariota”. Certo che “è difficile sapere tutto”. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, parlando delle inchieste giudiziarie che hanno travolto il Pd in Puglia e in Piemonte. Come sempre le sue parole sono irruente, senza veli e senza peli sulla lingua.
Nel corso della sua diretta Facebook, a ruota libera, il governatore ha ricordato gli accordi sottoscritti, nel corso degli anni, dalla Regione Campania con l’Anac per garantire trasparenza negli appalti e ha aggiunto: “Ho sempre detto che chi sbaglia tra i miei collaboratori è colpevole tre volte perché ha violato la legge, perché ha tradito la fiducia di un’organizzazione politica e perché ha tradito la povera gente. Se ti presenti in nome di un sistema di valori che è fondato sulla difesa della povera gente hai il dovere di comportarti in maniera rigorosa non solo per l’attività politica, ma devi essere un esempio di rigore spartano con la tua vita. Il consenso lo si conquista davanti ai cittadini non solo con i programmi e con le opere, ma anche con il rispetto personale”, ha concluso De Luca.
Un riferimento è pure alla mossa in Puglia di Giuseppe Conte e la fuoriuscita dei 5 stelle dalla Giunta Emiliano: “Conte ha sollevato il tema dei cacicchi e io sono completamente d’accordo. L’unico chiarimento che serve è capire chi sono questi cacicchi perché la tendenza è di fare un polverone”. I cacicchi, in realtà, ha chiarito De Luca, “erano notabili, farabutti dell’America Latina, che esercitavano forme di potere usando la violenza, le bande di delinquenti. I cacicchi, quelli lì, mica si sottoponevano alle elezioni democratiche, al giudizio dei cittadini. Il riferimento ai cacicchi quando si parla di esponenti politici è completamente fuoriluogo. I cacicchi che dobbiamo cancellare, e sono d’accordissimo, stanno a Roma, nelle segreterie dei partiti“, conclude il governatore.
Certo è che lo strappo con il leader M5s poteva essere la Caporetto dell’amministrazione Emiliano, ma è finita con una stretta di mano, per stemperare la tensione dopo le ore concitate. La rottura tra Conte e Michele Emiliano si è realizzata solo sulla carta, perché l’ex premier ha ritirato i suoi, ma non ha affatto strappato con il governatore. Anzi, ha speso pure parole di apprezzamento per l’Emiliano amministratore regionale e ex magistrato antimafia. Mentre ha ritirato assessora e consiglieri sulla scia delle numerose inchieste giudiziarie che hanno travolto la maggioranza di centrosinistra regionale e barese, Conte ha lasciato la porta socchiusa. Il patto per la legalità e la buona amministrazione. Sottoscrivendolo, Emiliano salva la faccia e pure la poltrona.